16 aprile 2024
Aggiornato 16:30
I finiani fanno quadrato intorno al Presidente della Camera

Immigrati, scoppia la bufera sulla «parolaccia» di Fini

E Il Ministro Sacconi lancia la proposta della cittadinanza a punti

ROMA - «Stronzo» chi pensa che l'immigrato sia diverso dice il presidente della Camera, Gianfranco Fini. La giornata di ieri ha visto intrecciarsi le polemiche e le reazioni, che indicano anche ulteriori spaccature nella maggioranza oltre al diverbio Tremonti-Brunetta. La polemica nasce non solo per la scelta della parola pronunciata sabato in un centro per giovani extracomunitari, ma anche per il concetto in sè. Non solo da parte della Lega.

Matteoli: parole lontane dalla storia di AN - A segnare la distanza è anche una primissima fila della ex An come il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli. «Le questioni politiche e culturali sollevate da Fini sull'immigrazione, come sul testamento biologico - dice in un'intervista al Giornale - non appartengono alla storia di Alleanza Nazionale».

In soccorso i finiani e Veltroni - Ma nel gioco degli equilibri del Pdl, c'è anche una schiera di «finiani» doc pronti a dare sostegno alla posizione della terza carica dello Stato. Come fa Fabio Granata, che definisce «l'idea di cittadinanza del Presidente Fini espressione della migliore tradizione culturale italiana». O come il periodico online della fondazione Farefuturo. A sostegno della terza carica dello Stato parla anche Walter Veltroni che con i «finiani» ha firmato la legge per la cittadinanza breve. Per l'ex segretario Pd magari la parola usata era anche «discutibile» ma il concetto proprio no.

Sacconi: cittadinanza a punti - Nel dibattito sull'immigrazione interviene intanto anche la proposta del ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, che annuncia l'arrivo entro fine anno di un 'Piano nazionale per l'integrazione nella sicurezza degli immigrati in Italia' che prevederà la possibilità di acquisire la cittadinanza con una sorta di meccanismo «a punti», con riconoscimenti graduali legati non tanto al tempo quanto al livello individuale di inserimento di integrazione del singolo straniero nella realtà italiana.