Al grido di «Frocio comunista» giù botte al gay
Nuova aggressione ad Ostia nei confronti di un giovane di trent'anni, critico musicale
ROMA - Al grido di «frocio comunista» giù botte ad un ragazzo omosessuale ad Ostia, sul litorale romano. Nella notte tra sabato e domenica scorsi, un giovane di trent'anni, critico musicale, sarebbe stato pestato violentemente da tre ragazzi, forse 'attirati' solo dal suo modo di vestire alternativo. I tre lo hanno assalito alle spalle, colpendolo a calci e pugni: il trentenne è poi riuscito a divincolarsi e a raggiungere un vicino commissariato di Polizia, prima di essere trasportato in ospedale dove i medici gli hanno diagnosticato la rottura del setto nasale, di una costola e traumi allo zigomo.
La storia è raccontata oggi da Il Messaggero. «Quando mi hanno visto mi hanno fatto il saluto romano - racconta la vittima al quotidiano - io ho fatto finta di niente e ho continuato a camminare per la mia strada», ma i tre lo hanno seguito, fino ad aggredirlo: «Sono arrivati alle spalle, mi hanno urlato 'frocio comunista' e poi mi hanno massacrato alle spalle. Pensavo che mi avrebbero ammazzato».
«E' orrendo. Un assurdo episodio di intolleranza. Un uomo, inseguito, quasi braccato e poi picchiato selvaggiamente nel cuore della notte», commenta in una nota il presidente di Arcigay Roma, Fabrizio Marrazzo: «Come raccontano oggi i giornali, l'abbigliamento della vittima ha fatto pensare ai suoi aggressori che fosse gay e questo è bastato a scatenarli. Dobbiamo tutti domandarci come è stato possibile arrivare a questo punto. Contro questo clima di intolleranza occorrono risposte forti e immediate perché la nostra città non ne può davvero più. Rilanciamo di nuovo l'appello alle istituzioni: si parta subito con iniziative educative e di formazione a cominciare dalle scuole del territorio e - conclude Marrazzo - in grado di coinvolgere tutta la nostra comunità. Non possiamo attendere oltre».
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