3 ottobre 2025
Aggiornato 04:00
Riforme istituzionali e costituzionali

Fini: «Possibili e necessarie riforma ma con larghe intese»

Per il Presidente dellla Camera «in agenda Senato regioni, riduzione parlamentari, forma Governo»

FRANCOFORTE - Riforme istituzionali e costituzionali «in questa legislatura, ripartendo subito, sono possibili e necessarie» perché «vi sono molti temi su cui l'istruttoria è a buon punto» e «sono assolutamente possibili larghe intese ed ampia maggioranza».

Il presidente della Camera Gianfranco Fini, da Francoforte dove oggi ha inaugurato il padiglione italiano alla Fiera del libro, indica con precisione e chiarezza la necessità di riavviare la stagione delle riforme, rinnovando convinzione e determinazione, unite a «un ragionevole ottimismo» sulla loro realizzazione «grazie ad intese di larga maggioranza che evitino il ricorso al referendum previsto dall'articolo 138» della Costituzione e partendo dai temi che uniscono maggioranza ed opposizione.

Fini, incontrando la stampa nella città tedesca, sottolinea in particolare come «riduzione drastica del numero dei parlamentari» insieme a «completa attuazione del federalismo, sia sotto il profilo fiscale che con la costituzione del Senato delle regioni che ponga fine al bipolarismo perfetto» ed anche «un nuovo equilibrio - ma sottolineo equilibrio - fra Governo e Parlamento, sono temi sui quali è ragionevole ritenere possibile realizzare larghe intese».

«Il Paese - sottolinea Fini - ha sicuramente bisogno di riforme urgenti delle istituzioni: ne ha bisogno ora. E ha bisogno che, possibilmente, siano stabili e durino nel tempo. Le procedure di revisione della Costituzione sono, e non possono che essere, quelle stabilite dall'articolo 138 della nostra Carta. Il che significa - afferma in risposta alle domande sulla posizione più intransigente di Berlusconi in materia di riforme - che pensare di fare le riforme solo con i voti della maggioranza è perfettamente legittimo, salvo poi essere consapevoli di esporsi alla possibilità del referendum. Ma, politicamente, io credo che sia stata l'esperienza recente di questi ultimi anni in cui abbiamo visto riforme della Costituzione fatte così, a dimostrarci che politicamente le riforme della Costituzione vanno realizzate con larghe intese, impedendo in questo modo il probabile ricorso al referendum».