29 marzo 2024
Aggiornato 09:30
Omicidio Meredith

Lumumba: «Amanda ha fatto il mio nome per depistare»

Udienza di oggi caratterizzata dai consulenti difesa Knox. Domani udienza con due testimoni chiamati dalla difesa di Raffaele Sollecito

PERUGIA - E' ormai prossimo alla conclusione il processo sulla morte di Meredith Kercher, la ragazza inglese uccisa a Perugia il primo novembre del 2007, che vede sul tavolo degli imputati Amanda Knox e Raffaele Sollecito. Domani udienza con due testimoni chiamati dalla difesa di Raffaele Sollecito e poi tutto rinviato il 2 e 3 ottobre quando si discuterà su integrazione probatoria proposte dalle parti.

Oggi in aula è stata la volta di due consulenti della difesa di Amanda Knox. Il medico legale Patumi ha ribadito che le ferite al collo di Meredith non sono compatibili con il coltello sequestrato in casa di Raffaele Sollecito, dato che la ferita è solo di 8 centimetri contro i 17 della lama dell'arma sequestrata. Per Patumi la ferita mortale è stata prodotta da più colpi di arma e tutti sono penetrati per l'intera lunghezza della lama. Da qui l'incompatibilità. Inoltre Patumi ha espresso la sua convinzione scientifica che chi ha ucciso Meredith prima abbia tentato di violentarla. La violenza sessuale non è stata mai accertata dai medici legali del Pm.

E' certo che Meredith però ha avuto un approccio sessuale prima di morire. La relazione del medico legale Patumi mette un ulteriore tassello sulla strada della teoria delle difese che individua in Rudy Guede il killer di Meredith. Guede ha confessato - prima della condanna a 30 anni per l'omicidio - che aveva iniziato un rapporto sessuale con la ragazza inglese quando è stato costretto ad interromperlo per via dei dolori alla pancia che lo hanno costretto ad andare in bagno. In quei minuti poi una coppia, secondo Guede, ha ucciso Meredith.

Si è parlato anche in aula delle accuse di Amanda Knox nei confronti di Patrick Lumumba durante un interrogatorio senza avvocato e dove aveva affermato di essere stata a casa, mentre il ragazzo congolese uccideva la sua coinquilina. Per il neurologo Carlo Caltagirone quel racconto è stato frutto dello stress che la ragazza americana ha subito. Lo stress, secondo il consulente, contribuisce a elaborare falsi ricordi.

Lumumba, presente in aula e parte offesa in un procedimento per calunnia contro Amanda Knox, non ha creduto a questa ricostruzione. Fuori dall'aula ha ribadito ai giornalisti: «Amanda voleva depistare le indagini. Per questo ha fatto il mio nome».