L'immunologo Aiuti: «Sul vaccino bisogna essere cauti»
E' questo il commento dell'immunologo Fernando Aiuti all'annuncio dei risultati della sperimentazione in Thailandia di un vaccino contro l'Aids
ROMA - «Sono molto cauto sull'interpretazione di questi dati che in parte conoscevo perché già parzialmente pubblicati a livello scientifico». E' questo il commento dell'immunologo Fernando Aiuti all'annuncio dei risultati della sperimentazione in Thailandia di un vaccino contro l'Aids. «Innanzitutto - spiega - si tratta di un protocollo atipico perché la sperimentazione è stata fatta utilizzando un vaccino, l'Aidsvax americano, che non ha funzionato a cui è stato poi aggiunto un secondo vaccino della Sanofi-Pasteur».
Non solo: secondo l'immunologo la percentuale di successo è troppo bassa. Se infatti su 8.200 persone vaccinate se ne sono ammalate 52, le nuove infezioni registrate nel gruppo di controllo sono 74. «Uno scarto troppo basso - afferma - per parlare di successo del vaccino, tanto più che nei pazienti vaccinati che si sono ammalati l'andamento dell'infezione è stato identico a quello degli malati non vaccinati. Dunque il vaccino non ha avuto neanche un effetto protettivo sull'andamento della malattia».
Ma le critiche rivolte ai risultati dei questa sperimentazione non finiscono qui. «La vaccinazione - prosegue - è impensabile su vasta scala sia perché è troppo complessa sia perché, come afferma l'Oms, un vaccino per essere efficace deve proteggere almeno il 50% della popolazione». Infine Aiuti sottolinea che in Thailandia gira un sottotipo di virus che non si trova negli altri paesi del mondo. «Quindi - conclude - questa sperimentazione non può essere estrapolata per il controllo dell'infezione in altri continenti».
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