20 aprile 2024
Aggiornato 02:30
Omicio Meredith

Avvocati Sollecito: «leso il diritto alla difesa»

Giulia Bongiorno: «Relazioni su Dna è un'etichetta con risultati»

PERUGIA - E' ripreso questa mattina il processo sulla morte di Meredith Kercher che vede come indagati Raffaele Sollecito e Amanda Knox; entrambi presenti in aula. L'udienza si è aperta con un attacco congiunto delle difese nei confronti della relazione sul Dna, elaborata dalla dottoressa Patrizia Stefanoni, e sulla mancata messa a disposizione di alcuni atti - sulle analisi dei reperti - a favore delle difese.

La parola è stata presa ad inizio udienza dall'avvocato Giulia Bongiorno, legale di Raffaele Sollecito che ha chiesto la nullità della richiesta di rinvio a giudizio e del decreto con il quale è stato disposto il processo e l'inutilizzabilità di alcuni stralci della relazione sul materiale genetico analizzato sui reperti. «E' stato leso il diritto della difesa - ha spiegato in aula Bongiorno che ha presentato anche una memoria scritta - sugli esami del Dna. Un elemento per noi fondamentale dato che le accuse rivolte a Sollecito si basano esclusivamente su materiale genetico, secondo l'accusa, ritrovato su reperti riguardanti l'omicidio. Le prove del Dna non sono una semplice equazione, ma richiede una lettura e una interpretazione. Infatti i due consulenti interpellati, dell'accusa e della difesa, hanno dato una interpretazione diversa. La relazione del consulente dottoressa Stefanoni è paragonabile ad un'etichetta dove si danno risultati senza spiegare il procedimento utilizzato. Mancano grafici e passaggi».

Un'assenza di file che avrebbero leso il diritto della difesa dato che potevano indirizzare differentemente l'operato dei difensori. E per l'avvocato Giulia Bongiorno ha creato problemi anche al Gup che ha determinato il rinvio a giudizio di Sollecito e Knox. «Il Gup - ha spiegato in aula il legale - senza questi atti relativi alla relazione sul Dna ha preso una decisione al buio».