20 aprile 2024
Aggiornato 02:00
Giornata Ferragosto in carcere

Palagiano (IDV): «Umanità e pene certe»

Visita questa mattina presso la casa circondariale napoletana insieme ai leader radicali Marco Pannella e alla deputata Rita Bernardini

«Sovraffollamento disumano nel carcere di Poggioreale e file estenuanti di anche di otto ore sotto il sole o sotto l’acqua per i famigliari dei detenuti in attesa di colloquio rappresentano una vera e propria emergenza» secondo il deputato IDV Antonio Palagiano, in visita questa mattina presso la casa circondariale napoletana insieme ai leader radicali Marco Pannella e alla deputata Rita Bernardini.

«C’è da affrontare il problema tutto italiano del soprannumero delle carceri, attraverso la costruzioni di nuovi istituti penitenziari e non mettendo in libertà i detenuti che non hanno finito di scontare la pena. L’art. II - 64 della costituzione europea vieta trattamenti inumani o degradanti, e la legge italiana dovrebbe tutelare la sicurezza dei cittadini. Solo coniugando queste due esigenze è possibile, per una nazione che si definisce civile, attuare quei provvedimenti e quelle riforme che abbiano al centro il rispetto della persona».

«Siamo e siamo sempre stati contrari ad ogni forma d’indulto, siamo contro la deriva verso l’illegalità in cui versa in nostro Paese e siamo per mettere in atto ogni misura che possa contrastare tale degenerazione» ha proseguito il deputato dell’Italia dei Valori. «Per snellire la popolazione carceraria, in imminente aumento esponenziale dopo l’introduzione del reato di clandestinità, proponiamo al Ministro della Giustizia di rendere i processi più rapidi attraverso una vera riforma che abbia a cuore gli interessi dei cittadini più che di qualche singolo cittadino. Nel solo carcere di Poggioreale i detenuti in attesa di giudizio sono 1861 su 2266. Una enormità, specie considerando che non pochi risulteranno innocenti».

Ma l’Italia dei Valori, ha concluso il deputato dipietrista, è geneticamente per la certezza della pena, che significa che il condannato debba espiare effettivamente, in condizioni umane degne di uno stato di diritto, gli anni cui è stato condannato. Altrimenti lo Stato non sarà mai credibile e rispettabile.