3 maggio 2024
Aggiornato 16:00
Berlusconi ha deciso di scendere in guerra contro i paparazzi

Effetto Zappadu, il Cavaliere furioso va alla guerra

«Ora basta. Tutela privacy è tema urgente che va affrontato»

PORTO ROTONDO - L'effetto Zappadu si fa sentire sull'estate di Porto Rotondo, almeno quanto l'umida calura. E il cavaliere sardo, coperto dalla corazza della legge sulla privacy e armato delle querele dell'avvocato Ghedini, ha deciso di scendere in guerra contro i paparazzi. Silvio Berlusconi è sì tornato a villa Certosa, ma il messaggio ai fotografi è chiaro: quest'anno non è consentito nessun occhio indiscreto.

Già ieri al suo arrivo all'aeroporto di Olbia, le forze dell'ordine hanno fatto di tutto per tenere lontani flash e telecamere. Ma c'è stato chi qualche scatto del premier che scende dalla scaletta (e dei suoi ospiti Mariano Apicella ed Emilio Fede) è riuscito a portarselo a casa. Altri (un fotografo e una troupe del Tg3) sono stati fermati e identificati dai carabinieri.

Ma di foto incriminate ce ne sono altre. Riprese lunedì sera all'arrivo di Besame, la barca di Marina a Punta Lada. Chi gli ha parlato, racconta che il presidente del Consiglio si sia infuriato. «Ora basta» quello del rispetto della privacy - avrebbe detto - è un tema «sempre più urgente che dobbiamo risolvere». Per il presidente del Consiglio si è raggiunto un livello «intollerabile». «Dobbiamo difendere la privacy delle persone, dovunque, soprattutto - avrebbe aggiunto - a casa loro».

D'altra parte è stato lo stesso Berlusconi, a firmare la querela per gli scatti che riguardano lui, ma anche quelli di qualche giorno fa che riprendono sua figlia Barbara. Sono quelli gli scatti che hanno spinto oggi l'avvocato del presidente del Consiglio a spiegare, in una nota, che le vie giudiziarie sono state già prese. «Ancora una volta - fa sapere Niccolò Ghedini - alcuni fotografi, in evidente violazione di legge, hanno ripreso il presidente Berlusconi ed i suoi familiari a Villa Certosa. Abbiamo provveduto a denunciare il fatto all'Autorità Giudiziaria che ha sequestrato il materiale fotografico, e al Garante per la protezione dei dati personali». Non solo: l'avvocato parla di una «intollerabile» e «continua intromissione nella vita privata del presidente Berlusconi» ripreso «di nascosto nella sua abitazione con i figli e i nipotini».

I fotografi fermati sono tre free lance, due quelli denunciati. Uno, Corrado Calvi, autore dei nuovi scatti. L'altro, Emanuele Bussetti, perché aveva in camera ancora le foto di qualche giorno fa di Barbara sul pontile. Le immagini sono state sequestrate. I fotografi raccontano che i clic sono stati effettuati intorno alle 19.30, che loro si trovavano su una scaletta che scende sugli scogli, all'altezza del residence `La Dunia' . Insomma, spiegano, fuori dal perimetro della villa.

«Siamo stati fermati dai Cacciatori di Sardegna - racconta Calvi - e ci hanno chiesto i documenti. Poi ci hanno invitato ad andare in Caserma». E lì si trovavano mentre alle 22 su villa Certosa esplodevano i fuochi d'artificio in onore di Marina. «Siamo stati trattenuti - spiega ancora Calvi - fino a quasi mezzanotte. Il comandante è andato nella Villa dal presidente, ed è tornato con una querela firmata personalmente da lui per violazione della privacy, sulla base dell'articolo 615 bis».

Le foto - raccontano ancora i fotografi - immortalano il Cavaliere che passeggia sul pontile della Certosa in accappatoio bianco accompagnato da un amico non identificato, mentre raggiunge Marina e famiglia che sbarcano dal Besame per partecipare alla festa. Scatti piuttosto scuri. Giurano che nelle foto i nipotini del premier non ci sono. «Come ci ha spiegato la Capitaneria - dice Emanuele Bussetti - il pontile è demanio e dunque è solo affidato in concessione al proprietario della casa. Questo vuol dire che il diritto di privacy è diverso da quello che si applica per l'interno di un'abitazione. Inoltre non abbiamo fotografato nessun bambino, e comunque se anche un minore fosse finito per sbaglio in qualche scatto, non l'avremmo mai pubblicato. Questo è un processo alle intenzioni».