Papa: «Finite le vacanze a Les Combes»
Bendetto XVI: «Il mio angelo custode non mi ha impedito infortunio»
LES COMBES - Vacanze di riposo e di relax. Niente escursioni nè udienze particolari o visite. Diciassette giorni di tranquillità assoluta. E se l'intento era quello di concludere il libro sulla seconda parte su Gesù di Nazareth, il Papa ha dovuto fare i conti con un infortunio che ha 'movimentato' le sue vacanze estive in Val d'Aosta, a Les Combes. «Purtroppo il mio angelo custode non ha impedito il mio infortunio, certamente per ordine superiore», ha scherzato Benedetto XVI, riferendosi alla frattura al polso destro che ha bloccato completamente il braccio.
Ha scherzato più volte, il Papa, sul suo «infortunio«. «Forse - ha detto questa mattina salutando i circa 500 uomini della sicurezza e delle forze dell'ordine - il Signore voleva insegnarmi più pazienza e più umiltà, per darmi più tempo per la preghiera e la meditazione». E così è stato. Ha dovuto mettere da parte carta e penna e rinunciare a suonare il pianoforte. Preghiera, meditazione e contemplazione. Sono stati questi gli ingredienti della vacanza di Benedetto XVI. E il panorama, di certo l'ha aiutato. Le cime innevate del Monte Bianco, il Monte Rosa, il Cervino, il Parco Nazionale del Gran Paradiso. «Ho vissuto questi giorni in una pace celeste, senza nessun disturbo - ha aggiunto Ratzinger - ero circondato da un silenzio incredibile, dal canto degli uccelli; la musica del Creatore era presente».
Per la terza volta, dopo Lorenzago di Cadore e Bressanone lo scorso anno, il Papa ha scelto nuovamente Les Combes, un piccolo paesino di una quarantina di anime, a 1.300 metri di altitudine. Un luogo che certamente ha garantito serenità e tranquillità al Pontefice. «Siete stati come degli angeli custodi, discreti ma allo stesso tempo efficienti», ha detto salutando gli uomini della sicurezza.
Ogni giorno la passeggiatina intorno alla residenza, senza mai allontanarsi troppo. Nemmeno una visita al paese di Les Combes. Solo tre uscite, se si esclude la 'corsa' all'ospedale di Aosta per la frattura al polso. Angelus a Romano Canavese, paese natale del suo segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone; Angelus a Les Combes, e visita alla Cattedrale di Aosta, per le celebrazione dei vespri e l'incontro con il clero valdostano.
Giornate scandite da una routine diventata oramai quotidiana. La messa la mattina presto, la preghiera, il pranzo, il riposo pomeridiano, la passeggiatina nel tardo pomeriggio con la recita del rosario, la cena. Un secondo chalet ha dato la possibilità al Papa di fermarsi per qualche momento al termine della passeggiata, tra il verde dei boschi che circondano la residenza.
Benedetto XVI lascia la Val d'Aosta sereno, riposato, disteso. Con la speranza di tornare anche il prossimo anno. «Santità, la aspettiamo», gli chiedono con insistenza i fedeli di Les Combes. «Speriamo di sì, se Dio vuole. Speriamo», risponde il Papa con fiducia. E a chi gli augura di tornare presto a scrivere e a suonare il pianoforte, il Papa sorride, alza le spalle e con pazienza dice: «Spero presto». In serata il rientro a Castel Gandolfo, dove resterà fino a settembre. Ratzinger dovrà tenere il gesso ancora fino a dopo Ferragosto. Poi ci vorrà un mesetto per la riabilitazione prima di riprendere pienamente le funzioni. «Ogni tanto un po' di dolore fa bene», aveva detto a Bertone all'indomani della frattura.
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