Carceri è allarme sovraffollamento
Al 20 luglio 63.661 detenuti. Domani manifestazione a Napoli
ROMA - Il Sappe lancia l'allarme sovraffollamento nelle carceri. Al 20 luglio, secondo le ultime rilevazioni, sono 11 le Regioni «fuori legge» che ospitano un numero di persone superiore al limite «tollerabile»: Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Marche, Puglia, Sicilia, Toscana, Trentino Alto Adige, Valle d'Aosta e Veneto. La denuncia è del segretario generale del Sindacato autonomo polizia penitenziaria, Donato Capece. Alle undici regioni si aggiungono tutte le altre che «superano comunque il limite regolamentare».
I detenuti presenti in tutta Italia sono 63.661 a fronte di un limite regolamentare di 43.327 (146% rispetto al limite). La capienza tollerabile è di 64.111 unità, pertanto il livello di tollerabilità ha raggiunto il 99%; gli stranieri sono 23.518, pari al 36,94% del totale.
Nel dettaglio, la situazione più grave è in Emilia Romagna dove si è raggiunto il 202% della capienza regolamentare, in Trentino Alto Adige e in Valle d'Aosta intorno al 130% della capienza tollerabile. Il record del superamento della capienza regolamentare spetta a Caltagirone: su 75 presenze previste e 150 di limite tollerabile, il 20 luglio erano presenti 259 persone (345% rispetto alla capienza prevista). Il record della situazione intollerabile è a san Severo in Puglia con il 213% della capienza tollerabile.
Per denunciare «queste gravissime criticità, che rischiano di far implodere da un giorno all'altro il sistema penitenziario e che ricadono principalmente sugli agenti di Polizia penitenziaria», il Sappe sarà a manifestare in piazza domani a Napoli, davanti al carcere di Poggioreale, insieme alle altre sigle sindacali: Osapp, Sinappe, Cisl Fns, Cgil FP ed Uspp per l'Ugl (in rappresentanza di oltre l'85% del personale di polizia penitenziaria sindacalizzato).
La situazione, spiega Capece, è pesante per i 39mila dipendenti in divisa - «Le cifre sono rilevate dal Dap che ovviamente se ne guarda bene dal presentarle all'opinione pubblica. Il capo del dipartimento Ionta - si legge in una nota - non ha fatto nulla di concreto per risolvere i gravi problemi penitenziari e si è limitato a lanciare slogan sull'edilizia penitenziaria per disinnescare la bomba ad orologeria delle carceri italiane».
«Si continua a parlare di un piano sull'edilizia di prossima attuazione, ma in realtà ci vorranno anni prima che venga costruito un singolo nuovo carcere». Il Sappe denuncia «situazioni sanitarie da terzo Mondo» e personale esposto a malattie infettive che si ritenevano ormai debellate in Italia, aggressioni da parte dei detenuti e tentativi d'evasione all'ordine del giorno. «L'unica via d'uscita da questa situazione sono - secondo Capece - le misure alternative alla detenzione, lo strumento migliore per garantire la vera sicurezza per i cittadini». Perché «soltanto chi ha la possibilità di allontanarsi dal carcere per una seria prospettiva di lavoro all'esterno non tenta di commettere altri reati».
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