26 aprile 2024
Aggiornato 22:00
Emergenza caldo

Legambiente: «Allarme ozono. 15 capoluoghi oltre i limiti»

In testa Novara, ma in classifica ci sono città del Nord e del Sud

ROMA - Arriva il caldo estivo e, puntuale, anche l'allarme ozono in città. Sono già 15 su 55, infatti, le città capoluogo monitorate da Legambiente che, ad oggi, hanno oltrepassato il limite annuale di 25 giorni di superamento giornaliero di ozono, stabilito per la protezione della salute umana dalla normativa che sarà in vigore dal prossimo anno. A guidare la classifica dell'aria irrespirabile c'è Novara con 45 giorni di ozono off-limits, seguita da Alessandria, Lecco, Mantova (36), Matera e Ferrara (34), Vercelli (33), Asti (31), Bergamo (30), Campobasso (29), Brescia e Cuneo (28), Varese (27), Reggio Emilia e Udine (26).

La denuncia arriva dall'associazione ambientalista che con la campagna «Ozono ti tengo d'occhio«, realizzata insieme al portale www.lamiaaria.it, lancia l'allarme per l'irrespirabilità dell'aria in molte città italiane. La graduatoria, stilata a partire dal 1 gennaio 2009, si basa sul numero di superamenti del valore obiettivo per la protezione della salute umana di 120 µg/m³, calcolato su una media di otto ore, da non superare per più di 25 giorni l'anno, secondo la normativa che entrerà in vigore dal 2010.

L'ozono, infatti, è un inquinante secondario prodotto dalle emissioni dei veicoli a motore, dai processi di combustione e dai solventi chimici, in presenza di un forte irraggiamento solare, che può danneggiare la salute degli esseri umani con gravi conseguenze sull'apparato respiratorio e polmonare. Proprio per questo le amministrazioni locali sono obbligate ad avvisare la popolazione quando il livello di concentrazione supera anche solo i limiti della cosiddetta «soglia di informazione» (la media di un'ora superiore a 180 µg/m³ misurata per tre ore consecutive), un fenomeno che avviene per lo più in estate quando le temperature innescano una serie di reazioni chimiche responsabili della formazione del gas.

Poiché questo tipo di inquinamento si diffonde con facilità a grande distanza, elevate concentrazioni di ozono si possono rilevare anche molto lontano dai punti di emissione dei precursori, in luoghi comunemente ritenuti immuni da inquinamento, come ad esempio le aree verdi urbane ed extraurbane e in alta montagna (il cosiddetto Paradosso del giardino).

«Se in inverno è il PM10 ad avvelenare l'aria e i polmoni dei cittadini, con l'arrivo dell'estate ci pensa anche l'ozono: è ormai chiaro che il problema dello smog è divenuto cronico per moltissime delle nostre città e i dati che raccogliamo lo confermano in modo sempre più eclatante - spiega Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente -. Le amministrazioni locali e il Governo non possono continuare quindi a procrastinare misure e politiche di contrasto serie. E' indispensabile, infatti, intraprendere in modo urgente azioni strutturali sulla mobilità urbana, penalizzando anche economicamente il traffico privato e promuovendo modalità sostenibili di trasporto di persone e merci. Solo così si potrà davvero combattere l'inquinamento atmosferico, liberare i polmoni dei cittadini e le strade delle città».