24 aprile 2024
Aggiornato 12:30
CARITAS IN VERITATE

Enciclica: Aiuti a paesi in via sviluppo, cibo e acqua per tutti

«Per raggiungere pace e stabilità nel Pianeta. No a protezionismo»

Città del Vaticano - Nella «ricerca di soluzioni della attuale crisi economica, l'aiuto allo sviluppo dei Paesi poveri deve esser considerato come vero strumento di creazione di ricchezza per tutti»: lo scrive il Papa nell'enciclica Caritas in veritate.

«Quale progetto di aiuto può prospettare una crescita di valore così significativa - anche dell'economia mondiale - come il sostegno a popolazioni che si trovano ancora in una fase iniziale o poco avanzata del loro processo di sviluppo economico?», si domanda il Papa (paragrafo 60) in una lettera nella quale affronta anche i temi del diritto al cibo e all'acqua per tutti.

«La diffusione delle sfere di benessere a livello mondiale non va - afferma ancora il Pontefice nel paragrafo 42 - frenata con progetti egoistici, protezionistici o dettati da interessi particolari. Infatti il coinvolgimento dei Paesi emergenti o in via di sviluppo, permette oggi di meglio gestire la crisi».

ELIMINARE LA FAME NEL MONDO - Dopo aver evidenziato che «in molti Paesi poveri» il dramma della fame «miete ancora moltissime vittime tra i tanti Lazzaro ai quali non è consentito di sedersi alla mensa del ricco epulone», il Papa auspica che sia «eliminata la fame nel mondo»: un «traguardo» da «perseguire per salvaguardare la pace e la stabilità del pianeta» (paragrafo 27). «Il diritto all'alimentazione, così come quello all'acqua - osserva il Papa - rivestono un ruolo importante per il conseguimento di altri diritti, ad iniziare, innanzitutto, dal diritto primario alla vita». E' necessario, dunque, «che maturi una coscienza solidale che consideri l'alimentazione e l'accesso all'acqua come diritti universali di tutti gli esseri umani, senza distinzioni nè discriminazioni».

Per il Pontefice «manca un assetto di istituzioni economiche in grado sia di garantire un accesso al cibo e all'acqua regolare e adeguato dal punto di vista nutrizionale, sia di fronteggiare le necessità connesse con i bisogni primari e con le emergenze di vere e proprie crisi alimentari, provocate da cause naturali o dall'irresponsabilità politica nazionale e internazionale».

PROMUOVERE LO SVILUPPO AGRICOLO - «Il problema dell'insicurezza alimentare - prosegue - va affrontato in una prospettiva di lungo periodo, eliminando le cause strutturali che lo provocano e promuovendo lo sviluppo agricolo dei Paesi più poveri mediante investimenti in infrastrutture rurali, in sistemi di irrigazione, in trasporti, in organizzazione dei mercati, in formazione e diffusione di tecniche agricole appropriate, capaci cioè di utilizzare al meglio le risorse umane, naturali e socio-economiche maggiormente accessibili a livello locale, in modo da garantire una loro sostenibilità anche nel lungo periodo», conclude Benedetto XVI.