Il Papa ai Sacerdoti: «I pastori non diventino ladri di pecore»
«Nulla fa soffrire tanto Chiesa quanto i peccati dei suoi pastori»
Città del Vaticano - «Nulla fa soffrire tanto la Chiesa quanto i peccati dei suoi pastori, soprattutto di quelli che si tramutano in 'ladri delle pecore' o perché le deviano con le loro private dottrine, o perché le stringono con lacci di peccato e di morte». E' il monito di Papa Benedetto XVI, nel discorso pronunciato aprendo questo pomeriggio l'Anno Sacerdotale.
«Anche per noi, cari sacerdoti - dice il Pontefice nella Basilica di San Pietro - vale il richiamo alla conversione e al ricorso alla Divina Misericordia, e ugualmente dobbiamo rivolgere con umiltà l'accorata e incessante domanda al Cuore di Gesù perché ci preservi dal terribile rischio di danneggiare coloro che siamo tenuti a salvare».
C'è «il timore di poter privare di tanto bene, per nostra negligenza o colpa - prosegue - le anime che ci sono affidate, o di poterle - Dio non voglia - danneggiare. La chiesa ha bisogno di sacerdoti santi, di ministri che aiutino i fedeli a sperimentare l'amore misericordioso del Signore e ne siano convinti testimoni».
Il Papa ricorda la lettera che ha inviato ieri ai sacerdoti di tutto il mondo: «Che questo mio scritto - afferma - vi sia di aiuto e di incoraggiamento a fare di questo anno un'occasione propizia per crescere nell'intimità con Gesù, che conta su di noi, suoi ministri, per diffondere e consolidare il suo Regno». In tal senso, «per essere ministri al servizio del Vangelo, è certamente utile lo studio con una accurata e permanente formazione pastorale, ma è ancora più necessaria quella 'scienza dell'amore' che si apprende solo nel 'cuore a cuore' con Cristo».
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