28 marzo 2024
Aggiornato 10:30
Sperimentazione animali

Autorità UE: ricorrere a metodi alternativi per valutare alimenti e mangimi

LAV: «Segnale importante per un futuro di maggior tutela di uomini e animali»

ROMA - «L’espressione ufficiale dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) verso i test su animali è un segnale fortemente positivo che fa sperare in un Europa volta alla tutela del benessere animale e umano», questo il commento di Michela Kuan, biologa e responsabile LAV Vivisezione, alla notizia che l' EFSA ha redatto un documento che sottolinea l'importanza di metodi di valutazione del rischio nel campo della sicurezza di alimenti e mangimi, che riducano al minimo l'impiego di animali a fini sperimentali, nonché le sofferenze a cui sono sottoposti durante le procedure, e si pone come scopo futuro la sostituzione degli animali per test applicati in questo campo di indagine.

Il parere del comitato scientifico dell'Autorità europea evidenzia come sia già possibile effettuare test tossicologici riducendo il numero di animali e il livello di sofferenza associato alla procedura, grazie ad un potenziamento dei metodi alternativi.

Il limite alla sostituzione totale, in questa area di studio, è dovuto al fatto che spesso il dato in vitro deve essere confermato in vivo, procedura che consente solo una riduzione del numero di animali utilizzati per necessità legali che vincolano il test stesso.

Un grosso freno alla validazione dei metodi alternativi, inoltre, è l’assenza di un campione omogeneo di raffronto dei dati provenienti dai test su animali, che danno una gamma di risultati troppo ampia e variabile, rallentando o invalidando metodi alternativi applicabili e predittivi.

«Anche gli esperimenti per testare la sicurezza degli alimenti devono sottostare alla Direttiva 86/609, attualmente in fase di revisione, che già nella forma vigente vede l’applicazione e il supporto dei metodi alternativi, principio troppo spesso non osservato», prosegue Michela Kuan.

«Con l’entrata in vigore della nuova Direttiva ci auguriamo che il supporto dei metodi alternativi possa influenzare, nei fatti, la ricerca verso un approccio strettamente scientifico ed etico», conclude Michela Kuan.