24 aprile 2024
Aggiornato 17:00
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Berlusconi-Fini: da Gianfranco solidarietà umana a Silvio

E su Riforme: «Riduzione dei Parlamentari è banco di prova»

ROMA - Lo sfogo e la solidarietà «umana». Su questi due binari si è sviluppato l'incontro avuto oggi alla Camera fra il premier Silvio Berlusconi e il presidente della Camera, Gianfranco Fini. Il Cavaliere, secondo quanto si apprende, durante i circa novanta minuti del faccia a faccia è tornato a lamentarsi della «gogna mediatica» alla quale, a suo dire, è stato sottoposto nelle ultime settimane a causa della vicenda di Noemi Letizia.

Di fronte all'amarezza mista ad ira del premier, Fini non è rimasto indifferente: raccontano che il presidente della Camera non abbia mancato di manifestare la propria «solidarietà umana», rivolta non dal presidente della Camera al premier, bensì 'da Gianfranco a Silvio', soprattutto dopo la presa d'atto che la campagna elettorale si sta giocando sempre di più nella sfera privata e quasi familiare del Cavaliere.

I due, assicurano, avrebbero dunque discusso in modo cordiale e amichevole della vicenda che ha investito il presidente del Consiglio. Ma, oltre a Noemi, anche di riforme si è parlato durante il pranzo di Montecitorio. Fini e Berlusconi, che nei giorni scorsi erano stati al centro di un botta e risposta sul ruolo del Parlamento in vista dell'azione riformatrice della Carta costituzionale, avrebbero oggi concordato sulla necessità di avviare il percorso delle riforme, a partire dalla riduzione del numero dei parlamentari. Certo, da parte del presidente della Camera è stato posto l'accento anche sul fatto che le riforme possano essere frutto di un percorso condiviso tra maggioranza e opposizione, mentre da Berlusconi è arrivato l'auspicio che le riforme possano finalmente concretizzarsi in tempi brevi. Entrambi hanno ricordato che proprio la riduzione del numero dei parlamentari ha ricevuto, nelle dichiarazioni ufficiali dei partiti presenti in Parlamento, un giudizio positivo. E sia il premier che il presidente della Camera hanno individuato proprio nel taglio del numero di deputati e senatori un primo «banco di prova» per l'avvio della stagione delle riforme.