24 aprile 2024
Aggiornato 04:30

Meredith, Consulente difesa: non attendibile test su coltello Raf

Patumi a Gente: «Indagine inefficiente e inutilizzabile»

PERUGIA - «Il presunto Dna di Meredith Kercher sulla lama del coltello trovato in casa di Raffaele Sollecito è emerso da un test che non è ortodosso. L'indagine che è stata fatta è assolutamente inefficiente e inutilizzabile persino in un caso di paternità». Valter Patumi, medico legale, genetista, consulente di parte per la difesa di Amanda Knox nel processo di Perugia per l'omicidio della ragazza inglese, affida a «Gente», in edicola lunedì 18 maggio, le sue considerazioni sui reperti scientifici presentati dal pubblico ministero nel corso del dibattimento.

«Faccio un esempio», continua il genetista, «mentre negli esami del Dna il materiale su cui si indaga viene amplificato quattro volte, nel caso di quel Dna attribuito a Meredith l'amplificazione è stata di 500 volte. Più aumentano le amplificazioni più aumentano le possibilità di contaminazione. In udienza è stato detto che la lama è stata studiata 187 volte. Quindi le possibilità di contaminazione sono state moltissime. I giornali hanno parlato di sangue di Meredith sulla lama. Ci si immagina chissà cosa. Stiamo parlando invece di tracce infinitamente piccole, microscopiche».

Quanto invece al Dna di Amanda sull'impugnatura del coltello, Patumi ribatte: «Che Amanda abbia impugnato quel coltello non è certo sorprendente. Frequentava la casa di Sollecito, quell'oggetto l'avrà preso in mano chissà quante volte». Un altro consulente della difesa della Knox, Carlo Torre, già perito nel processo di Cogne, sostiene che «c'era un solo individuo, l'ipotesi che ci siano altre persone coinvolte è pura fantasia. La mia ricostruzione è questa: un solo assassino ha fronteggiato la vittima incombendo su di lei, l'ha presa per il collo e l'ha accoltellata. Le lesioni sul corpo della povera Meredith sono procurabili da un solo individuo, le macchie di sangue sono limitate a un solo ambiente. Diciamo la verità: se un omicidio del genere vedesse coinvolte altre persone sarebbe da pubblicare nei manuali forensi».

Infine, una considerazione di Patumi: «Questo processo è stato fatto prima sui giornali. Sono state scritte milioni di parole, pubblicati saggi e profili psicologici. Ora però il processo c`è davvero e passa quasi sotto silenzio. Quello che sta emergendo, o meglio, che 'non' sta emergendo, lo sanno in pochi. Certi giornali hanno descritto Amanda Knox e Raffaele Sollecito come due mostri. Sono stati 'gli assassini', da subito, senza possibilità di replica». In ogni caso «la verità, i fatti, pare che non importino a nessuno. Si dice che una persona è presunto innocente finché non viene provata la sua colpevolezza. Qui è il contrario ed è assurdo, illogico: questi ragazzi sono presunti colpevoli finché non verrà provata la loro innocenza».