28 marzo 2024
Aggiornato 10:00
Medio Oriente

Italia-Israele: Lieberman a Roma. Oggi incontra Frattini e Fini

Frattini: «Gli chiederò di abbassare i toni per favorire la pace»

ROMA - Inizia stamattina alle 11 in Campidoglio la visita di Avigdor Lieberman a Roma, prima tappa dell'esordio internazionale del nuovo responsabile della politica estera israeliana. Il recente e preventivo boicottaggio della conferenza internazionale sul razzismo ('Durban 2'), giudicata antisemita, è valso all'Italia il primato di «principale amico in Israele in Europa», come fanno notare fonti diplomatiche, che citano anche - sulla stessa linea - le nette prese di posizione degli esponenti del governo italiano contro Hamas e l'importante impegno nella stabilizzazione del sud del Libano con l'Unifil.

GLI INCONTRI - Arrivato ieri nella capitale da Tel Aviv fra rigide misure di sicurezza, Lieberman (leader del partito di destra ultranazionalista Yisrael Beitenu) sarà oggi impegnato in un evento simbolico con il sindaco della capitale Gianni Alemanno, a mezzogiorno vedrà il collega Franco Frattini alla Farnesina e, in seguito, il presidente della Camera Gianfranco Fini a Montecitorio. In agenda c'è anche un incontro con esponenti della comunità ebraica italiana. Per domani, il capo della diplomazia israeliana ha in programma colloqui col leader del Partito democratico Dario Franceschini, con esponenti dell'Associazione parlamentare Italia-Israele e, infine, con il premier Silvio Berlusconi a palazzo Chigi intorno alle 11.30.

PROCESSO DI PACE - Da quando è in carica, Lieberman ha fatto molto parlare di sé: nel suo discorso di investitura al ministero degli Esteri ha esordito affossando il processo di pace rilanciato dall'amministrazione Bush ad Annapolis nel novembre 2007; successivamente ha definito «inaccettabile» e «pericoloso» il piano di pace arabo, e ha bocciato la Siria come partner affidabile per la pace, almeno fino a quando Damasco continuerà a ospitare gruppi terroristici come Hamas e la Jihad islamica.

FRATTINI - «Se Israele vuole il sostegno dell'Italia in Europa, deve dimostrare la propria amicizia ed esporre posizioni adeguate» ha fatto notare Frattini in un'intervista pubblicata ieri dal quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth. «Israele - ha sostenuto il titolare della Farnesina - deve dichiarare la sua volontà di promuovere il processo di pace, adottare le decisioni del Quartetto, contribuire alla pace nella regione e promuovere il dialogo con la Siria».

E, in effetti, in alcune occasioni il 'falco' ha già dimostrato di avere anche una certa visione pragmatica, dichiarandosi pronto a seguire passo passo la Road map, il piano di pace formulato dal Quartetto dei mediatori per il Medio Oriente - Stati Uniti, Russia, Onu e Ue - che prevede la nascita di uno Stato palestinese indipendente al fianco di Israele, a condizione però che l'Autorità Palestinese si impegni concretamente a smantellare i gruppi terroristici e a riprendere il controllo della Striscia di Gaza. «Non ci sarà alcun 'Israbluff' con me», ha già assicurato Lieberman. «Israele ha assunto degli obblighi con la Road map, e li onorerà, ma ci deve essere reciprocità».

Roma sta cercando insomma di valorizzare, con uno sforzo di fiducia, il coté pragmatico e per questo precederà Parigi, Berlino e Praga nelle tappe del primo tour diplomatico del ministro, proprio nel momento in cui sono in corso le 'policy review' di Washington e Gerusalemme due settimane prima della cruciale visita del premier israeliano Benjamin Netanyahu negli Usa (18 maggio). «Non è un segreto che non tutti gli Stati europei appoggiano Israele e provano nei suoi confronti la simpatia che proviamo noi - ha commentato Frattini nell'intervista allo Yedioth - Se Gerusalemme desidera che noi ci adoperiamo in suo favore in Europa, dobbiamo essere accolti quali partner prioritari».

«ABBASSARE I TONI» - Nel loro incontro di oggi, Frattini chiederà quindi a Lieberman di «abbassare i toni delle sue dichiarazioni e di agire per un clima di collaborazione» perché, secondo lui, è «indispensabile un clima costruttivo». L'Italia e l'Europa contano molto su un impegno diretto e attivo da parte dell'amministrazione Obama, oltre a insistere sulla necessità di un impulso per gli altri binari negoziali, come quello Israele-Siria. «E' la prima volta - ha osservato Frattini - che l'Europa e gli Stati Uniti vedono allo stesso modo il processo di pace, che deve proseguire sulla base del principio di due Stati per due popoli, della condanna del terrorismo e della condanna di chi non riconosce il diritto dello Stato d'Israele di esistere».

STATO PALESTINESE - L'esecutivo guidato da Benjamin Netanyahu non si è finora espresso ufficialmente a favore della nascita di uno Stato palestinese indipendente come soluzione di pace. Sia il premier che lo stesso Lieberman hanno detto più volte che è necessario promuovere uno sviluppo economico dei territori palestinesi prima di poter dare vita a istituzioni politiche solide. Il ministro della Difesa - laburista - Ehud Barak ha garantito in una recente intervista ad Haaretz che alla fine Netanyahu accoglierà il principio dei due Stati.