19 aprile 2024
Aggiornato 06:30
Celebrazioni del 25 Aprile

Napolitano: E' festa in cui tutti possono riconoscersi

In piazza Premier e Destra. Berlusconi: «Discorso è pronto»

«Il messaggio della Resistenza vive nella Costituzione», nei cui valori «possono ben riconoscersi anche quanti vissero diversamente gli anni '43-'45, quanti ne hanno una diversa memoria per esperienza personale o per giudizi acquisiti». Giorgio Napolitano torna a difendere l'attualità della Costituzione, individua nella Costituzione il 'luogo' in cui possono incontrarsi coloro che vissero la Liberazione da punti di vista diversi. Messaggio raccolto dal ministro della Difesa Ignazio La Russa, che dopo le polemiche dei giorni scorsi con la distinzione tra partigiani 'buoni e cattivi', riconosce che il 25 aprile «è una ricorrenza da tutti condivisa», il simbolo di un'Italia che ha saputo riemergere dalla Seconda guerra mondiale e dare vita a una stagione di democrazia e pluralità in cui tutti oggi si riconoscono».

Il Capo dello Stato sottolinea che «il messaggio, l'eredità spirituale e morale della Resistenza, della lotta per la liberazione d'Italia vive nella Costituzione, Carta fondante della Repubblica, pietra angolare del nostro agire comune e della nostra rinnovata identità nazionale. In essa - ha proseguito - possono ben riconoscersi anche quanti vissero diversamente gli anni 1943-45, quanti ne hanno una diversa memoria per esperienza personale o per giudizi acquisiti». E quegli «ideali e valori» ancora oggi le Forze armate di oggi «perpetuano e consolidano». Perchè «la partecipazione di nostri contingenti militari alle missioni per la pace e la sicurezza internazionale, sotto la guida delle Nazioni Unite e nell'ambito delle alleanze di cui il nostro Paese è parte, è coerente con l'aspettativa ideale e la concreta volontà di costruire un futuro migliore, che ispirarono le decisioni dei soldati e dei cittadini italiani quando, all'indomani dell'Armistizio dell'8 settembre 1943, scelsero di reagire anche mettendo a repentaglio la propria esistenza», dice Napolitano nel corso dell'incontro con gli esponenti delle associazioni Combattentistiche e d'Arma.

Parole che il ministro La Russa, presente anch'egli all'incontro, assicura di «condividere», sottolineando che «questa cerimonia ha un significato unitario particolare che contribuisce a fare del 25 aprile una ricorrenza da tutti condivisa». Anche per il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, il 25 aprile «fu una data incancellabile in cui nacque l'Italia libera e democratica». Si spinge più in là la fondazione 'Farefuturo', vicina a Gianfranco Fini: «Un'Italia normale? Forse è arrivato il momento se, anche da destra, soprattutto da destra, si comincia a pensare, con convinzione, senza infingimenti, che i partigiani sono stati buoni italiani. Che la resistenza è stata roba di patrioti. E non di traditori».

Un clima che vede partecipare alle celebrazioni per la Liberazione anche il premier Silvio Berlusconi, che negli anni scorsi aveva più volte disertato l'appuntamento. Il presidente del Consiglio sarà prima all'Altare della Patria, con il presidente Napolitano e i presidenti di Senato e Camera Gianfranco Fini e Renato Schifani; poi ad Onna, il paese abruzzese divenuto il simbolo del 25 aprile 2009. «Il mio discorso è pronto», fa sapere il Premier. Ad Onna ci saranno anche il segretario del Pd Dario Franceschini, e il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini. Ma la presenza del premier non convince tutti: per Massimo D'Alema è «positiva», anche se è legittimo avere «dubbi» sull'adesione del premier ai valori della Costituzione. «Il 25 aprile non è solo una data, ma un riferimento a un sistema di valori scritti nella prima parte della Costituzione. E sul fatto che Berlusconi sia coerente con questi valori ho molti dubbi, direi che spesso non lo è. Ma si può sperare che lo diventi...», dice l'esponente Pd. Ancora più duro il Pdci: «Berlusconi, Fini, La Russa e Alemanno celebrano il 25 aprile: sono come il diavolo e l'acqua santa. All'Italia serve una nuova Liberazione», afferma Jacopo Venier.

Il 25 aprile 2009 è infatti anche quello del primo sindaco di Roma ex missino: Gianni Alemanno, oltre al passaggio istituzionale all'Altare della Patria, sarà anche al corteo dell'Anpi di Porta San Paolo. Al corteo di Milano parteciperanno invece ancora Franceschini,il leader dell'Italia dei Valori Antonio Di Pietro, le delegazione di Sinistra e Libertà con Nichi Vendola e Claudio Fava e quella di Prc con Paolo Ferrero.