Legambiente: mafie puntano a controllo costruzioni in Abruzzo
Nel 2008 denunciate 367 persone e sequestrati 71 immobili
MILANO - Gruppi criminali mirano a controllare il mercato delle costruzioni in Abruzzo attraverso le estorsioni. E' l'avvertimento di Legambiente che in occasione del via libera del Governo al decreto per il terremoto anticipa i dati del rapporto ecomafia 2009 sull'illegalità ambientale nella regione colpita dal sisma e presenta l'Osservatorio ambiente e legalità. Nel 2008, in particolare, sono state denunciate 367 persone e sono stati fatti 71 sequestri per 319 infrazioni accertate nel ciclo del cemento. Nel settore dei rifiuti le denunce sono state 439, le infrazioni accertate sono state 216, gli arresti 6 e i sequestri 93.
Numeri che per l'associazione ambientalista sono drammaticamente in crescita: nel 2005, per esempio, nella stessa regione le infrazioni erano state 135 con 30 sequestri effettuati. Cresce anche l'illegalità nel ciclo dei rifiuti: aumentano le infrazioni (216, erano 106 nel 2005) e i sequestri (93, erano 42 quattro anni fa); mentre si registra un'impennata nelle denunce (439, erano 142 nel 2005) e soprattutto, a differenza degli scorsi anni, si registrano 6 arresti. Legambiente presenta anche, insieme all'Ance, il progetto di costituire un Osservatorio della legalità sulla ricostruzione post sisma, anche per evitare il rischio di infiltrazione mafiosa, pericolo già segnalato, dopo il terremoto in Umbria, dal Ministero degli Interni.
«C'è un legame stretto e diretto - scrive il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza - tra cemento e rifiuti nelle attività gestite dalla criminalità organizzata. Anni di indagini e di raccolta dati per i dossier sull'ecomafia hanno evidenziato come lucrosi business illegali si siano consolidati in tutte le fasi del processo di costruzione, dalle cave estrattive alla fornitura dei materiali, dagli appalti per la realizzazione delle strutture allo smaltimento degli inerti e dei rifiuti speciali».
«I dati di Ecomafia 2009 - ha aggiunge Angelo Di Matteo, presidente di Legambiente Abruzzo - confermano la necessità di vigilare con attenzione sulle operazioni di ricostruzione in questa regione. Oltre alle aziende costruttrici, tutte le operazioni sul territorio andranno monitorate affinché avvengano nel rispetto delle norme antisismiche e degli equilibri idrogeologici, per garantire la massima sicurezza sia in termini di legalità che di staticità degli edifici realizzati».
Dal rapporto di Legambiente, che verrà presentato il prossimo 5 maggio a Roma, emerge l'operazione Histonium 2, del giugno del 2008, che ha portato all'arresto di diciassette persone tra cui il boss della 'ndrangheta Michele Pasqualone. Dalla sua cella nel carcere di Vasto gestiva un redditizio giro di usura, il racket delle estorsioni e il mercato illegale degli appalti, controllando di fatto mezza città. L'inchiesta Ciclone ha invece azzerato l'amministrazione della città pescarese, mandando a casa l'intero consiglio comunale per un collaudato sistema di gestione illegale dei lavori pubblici che favoriva, con appalti senza gara, gli imprenditori del mattone più importanti della zona, che poi ricambiavano con regalie di vario genere.
Il villaggio turistico La Contea a Tagliacozzo, località sciistica dell'aquilano, sarebbe invece uno dei beni immobili nei quali è stato reinvestito il favoloso tesoro di Vito Ciancimino, il potente sindaco-padrone della Palermo degli anni Settanta, condannato nel 2001 per mafia e morto nel 2002. Secondo il comando provinciale di Pescara del Corpo forestale dello Stato, se si sommassero i materiali scavati nelle quattro province abruzzesi si formerebbe una montagna alta più di mille metri. Tra gli interventi, il sequestro nell'agosto scorso di tre siti e la denuncia di 15 persone a Sulmona.
Quanto ai rifiuti i nomi delle operazioni di polizia che hanno scoperchiato gli affari sporchi di due organizzazioni dedite ai traffici di rifiuti, con base in Abruzzo e diramazioni in diverse altre regioni del territorio nazionale, sono Quattro mani e Toxic country. Nella prima il Noe di Pescara ha deferito all'autorità giudiziaria 36 persone mentre il giudice per le indagini preliminari di Chieti Marco Flamini ha emesso cinque ordinanze di custodia, per lo smaltimento illecito di rifiuti speciali pericolosi per l'ambiente e la salute umana. Nella seconda, realizzata l'8 ottobre scorso su impulso della procura pescarese, il Corpo Forestale ha scoperto che rame, zinco, cadmio ed elevate quantità di batteri, provenienti da un impianto di compostaggio di Montesilvano, venivano sparsi su centinaia di ettari di campi destinati alla coltivazione di grano e foraggi.
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