29 marzo 2024
Aggiornato 09:00

Frosinone, estorsione a imprese: 3 arresti e 4 denunce

Gruppo affiliato ai Casalesi responsabile di minacce e incendi

ROMA - Sgominata tra Frosinone e Caserta una banda di estorsori affiliata al clan camorristico dei Casalesi. Quattro gli arresti eseguiti stamani all'alba dai carabinieri di Frosinone, cinque i denunciati su ordine del Gip, Sandro Di Lorenzo, della direzione distrettuale antimafia di Roma. A Cassino, Pontecorvo e S.Andrea del Pizzone (nel casertano), sono stati arrestati Giovanni Diana, 48enne di Casal di Principe, Giancarlo Fusciello, 49enne di San Vittore del Lazio e Maurizio Palazzi, 45enne di Aquino; denunciati, invece, M.S., 34enne di Alatri, S.R.R., 37enne di Francolise, S.L., 24enne anch'egli di Francolise e D.A., 74enne di Cassino.

L'operazione Terra di lavoro, coordinata dal pm Rodolfo Maria Sabelli, sostituto procuratore presso la direzione distrettuale antimafia di Roma, è partita nel febbraio 2007 dopo la segnalazione da parte dei carabinieri di Frosinone in merito a presunte estorsioni ai danni di locali e attività imprenditoriali. Dopo un anno di indagine, è emerso un sodalizio criminale, capeggiato da Giovanni Diana, così come sono risultati inequivocabili i collegamenti e le alleanze con il clan dei Casalesi. Il gruppo è responsabile di intimidazioni, incendi di locali pubblici, furti, ricettazione, reclutamento, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.

In particolare, Giancarlo Fusciello, titolare del club notturno Big Paradise di San Vittore del Lazio, per contrastare la concorrenza di mercato e quindi per avere maggiori introiti, si sarebbe rivolto a Diana che, con la complicità degli altri membri dell'organizzazione, avrebbe minacciato di morte i titolari dei club concorrenti chiedendo loro di chiudere l'attività. Secondo le indagini, il gruppo avrebbe incendiato due locali e a alcune auto parcheggiate di proprietà dei clienti.

Fusciello, gestiva all'interno del Big Paradise una casa di prostituzione, reclutava più donne, esercitando in maniera evidente la propria forza intimidatrice propria delle organizzazioni mafiose. L'organizzazione è ritenuta responsabile di una serie di furti di macchinari agricoli, che sono stati poi immessi sul mercato. Gli arrestati sono in carcere a Frosinone.