19 agosto 2025
Aggiornato 05:30
Sisma Abruzzo

Proposta per un Patto per la rinascita

Un patto tra istituzioni, associazioni e cittadini per dare una prospettiva concretamente sostenibile alle comunità colpite dal sisma

ROMA - Tutti noi sappiamo che è ancora troppo presto per definire piani economici, sociali e culturali per la ripresa dello sviluppo nelle aree colpite dal sisma del 6 aprile. Ancora, inevitabilmente, prevale lo stato di emergenza, per garantire a tutti livelli civili di esistenza. Ciononostante pensiamo che sia utile e necessario fin da subito dare un segnale positivo di volontà di ripresa, condividendo alcune idee fondamentali intorno a cui elaborare, per questi nostri territori, un disegno organico che consenta di costruire un progetto per il futuro e che dia prospettive concretamente immediate di ripresa.

Un Patto da condividere ed approfondire tra tutti i soggetti istituzionali, sociali, imprenditoriali, creditizi, associativi, culturali, a partire dal quale sia possibile individuare criteri di qualità e percorsi progettuali tangibili che diano nuova speranza ai cittadini di questi territori.

1.                Sicurezza. Mettere in sicurezza il patrimonio abitativo esistente è una grande opera che richiede risorse, tecnologie, professionalità. E’ necessario riorganizzare il futuro del territorio attraverso una pianificazione degli interventi che impedisca di costruire nelle zone a maggiore rischio, coordinata con i Piani di Emergenza e che spinga la formazione di gruppi specializzati di Protezione Civile. 

3.              Ricostruire pulito. Gli interventi per la messa in sicurezza devono ispirarsi alle più moderne tecnologie, introdurre innovazioni capaci di migliorare l’efficienza energetica e di ridurre così consumi e bollette delle famiglie. Particolare attenzione deve essere dedicata al recupero dei materiali edilizi e al riutilizzo degli inerti in modo da limitare il prelievo da cava e quindi il degrado del territorio. Il rispetto della legalità deve essere criterio guida nell’opera di ricostruzione, sia per impedire le infiltrazioni della criminalità organizzata nel ciclo del cemento, sia per garantire il rispetto delle norme esistenti a garanzia della sicurezza dei cittadini.

5.              Identità. L’antica storia di questi luoghi non va dispersa. La ricostruzione dei centri storici e la loro restituzione alla vita collettiva devono essere una priorità. Al fine di conservare e promuovere le ricchezze culturali e identitarie delle comunità, è necessario attivare subito un archivio digitale dei beni storico-artistici locali, fruibile e consultabile liberamente in rete.

7.               Cultura e ricerca. L’università dell’Aquila deve essere patrimonio di tutto il territorio, una sede di eccellenza a livello nazionale per qualificare le professionalità necessarie per la grande impresa che nel prossimo futuro attende l’Italia: la messa in sicurezza del territorio.

8.               Ricerca e lavoro. La ricostruzione deve diventare il volano dello sviluppo delle tecnologie e delle produzioni a bassa emissione di CO2, a partire dalla costruzione di una vera e propria filiera industriale di energie rinnovabili.

9.               Natura e paesaggio. La bellezza, naturale e culturale, è un patrimonio a rischio, che una volta distrutta è difficile recuperare. La cura e la valorizzazione della bellezza sono un investimento per rendere stabile e durevole il benessere delle popolazioni e lo sviluppo dei territori.

10.            I prodotti del lavoro. Allevamento, agricoltura e artigianato devono diventare risorse a disposizione del territorio anche per consolidare il ruolo dei Piccoli Comuni ed invertire l’andamento demografico degli ultimi decenni.