19 agosto 2025
Aggiornato 05:30

AIDS: per bloccare epidemia, necessario legalizzare droghe

Lo sostiene Kazatchkine, fra i massimi esperti di Aids

ROMA - L'uso di droghe non deve essere criminalizzato se si vuole davvero fermare la diffusione dell'Aids. Lo sostiene con forza Michel Kazatchkine, responsabile dell'autorevole associazione «Global Fund to Fight Aids, Tubercolosis and Malaria» (FOndo globale per la lotta all'Aids, tubercolosi e malaria).

Pronunciando una condanna senza precedenti contro l'attuale politica globale nei confronti della droga, Kazatchkine afferma che in mancanza di una svolta radicale della legislazione mondiale che spedisce in carcere centinaia di migliaia di consumatori o nega loro un adeguato trattamento, tutti i milioni di dollari destinati alla lotta contro l'Aids e l'Hiv andranno sprecati.

Anticipando sull'Observer il discorso che intende pronunciare domani a Bangkok alla 20esima Conferenza internazionale sull'Aids, Kazatchkine espone i fallimenti di quelle politiche che considerano la dipendenza dalle droghe come un reato e accusa i governi di adottare «strumenti repressivi» che violano i diritti umani dei consumatori invece di dare priorità alla salute pubblica.

«Una politica repressiva nei confronti dei consumatori di droga non fa altro che facilitare la diffusione dell'epidemia di Hiv/Aids», dichiara Kazatchkine: «Se sai che sarai arrestato, non andrai a farti curare. Io sostengo che l'uso della droga non debba essere criminalizzato. Deve essere combattuto il narcotraffico, non i consumatori. Da un punto di vista scientifico, non riesco a capire quale possa essere la prospettiva di una politica repressiva». «L'unico gruppo in cui non si registra un calo della mortalità a causa dell'Aids - aggiunge il responsabile del Fondo, fra i massimi esperti di Aids nel mondo, per sostenere la sua tesi - è proprio quello dei consumatori di droga via endovena».

«Per questa ragione (...) bisogna sottolineare il contrasto tra i grandi progressi ottenuti nella riduzione della mortalità a causa dell'AIds nei paesi più poveri del mondo rispetto alla totale mancanza di miglioramenti per quella che viene considerata il mezzo principale di trasmissione della malattia nella maggior parte dei paesi al di fuori dell'Africa».

Da quando è stato fondata nel 2001, l'istituzione diretta da Kasatchkine ha ricevuto contributi per 21 miliardi di dollari dai paesi più ricchi del mondo per lottare contro la diffusione delle epidemie.