19 aprile 2024
Aggiornato 22:00

Referendum, Calderoli: Niente abbinamento, neppure il 21 giugno

Alla Stampa: «Neanche sotto il fascismo una legge così»

ROMA - Nonostante il pressing e l'apertura anche da parte di Berlusconi, la Lega si opporrà all'accorpamento del referendum sia con le Europee (il 6 e 7 giugno), sia con il secondo turno delle amministrative (il 21 giugno) perchè la legge elettorale che uscirebbe dalla consultazione popolare «è un attentato alla democrazia del Paese» e «neanche nel periodo fascista è stata fatta una cosa del genere».

Intervistato dalla Stampa, il ministro leghista Roberto Calderoli rifiuta qualsiasi ipotesi di accorpamento, e respinge anche la motivazione del risparmio di notevoli risorse che deriverebbe dall'election day: «Degli oneri se ne faccia carico chi ha promosso il referendum, i Guzzetta, i Segni e gli altri». A giudizio del'esponente della Lega, che oggi riunirà i suoi vertici a Milano, «qui c'è di mezzo la tenuta democratica del Paese: dal referendum verrebbe fuori una legge elettorale mostruosa, una tirannide. Oggi c'è Berlusconi, domani c'è un altro premier e non si può permettere a chi ha ottenuto il 25% dei voti di avere il 55% dei seggi in Parlamento». Non solo: «Non sarebbe un partito ad avere la maggioranza assoluta, ma una lista in cui puoi mettere cani e porci».

Insomma, «non è una questione di autonomia della Lega», ma il fatto è che «il referendum amplifica dei mali invece di risolverli». Per quanto riguarda la data della consultazione, secondo Calderoli «potrebbe essere fissata anche il 14 giugno o in un'altra data ancora. Certo non il 6-7 giugno in coincidenza con le Europee e il primo turno delle amministrative, ma nemmeno con il secondo turno» fissato per il 21. Questo perchè con l'abbinamento «si crea un anomalo volano che consente di raggiungere il quorum» e perchè «verrebbe meno la segretezza del voto: se al seggio non intendi ritirare le schede per il referendum, lo devi dire». Dunque Berlusconi «fa benissimo» a voler discutere dell'accorpamento, «ma questi aspetti di costituzionalità ancora non si conoscono. Adesso ci andiamo a fondo. Berlusconi - conclude Calderoli - ha studiato diritto, non può essere insensibile a queste motivazioni».