28 agosto 2025
Aggiornato 10:00

Pdl, Berlusconi battezza «Partito del Secolo»: Sopravviverà a me

«Oggi si chiude lunga transizione iniziata nel '93»

ROMA - Non è berlusconismo, non è centrodestra, non è il riflesso di una ideologia, né un'utopia. Il Popolo della Libertà che oggi Silvio Berlusconi ha battezzato è - nelle sue parole - «la felice espressione della cultura del nostro tempo, quella del fare, il partito che può guidare l'Italia nel nuovo secolo e sopravviverà di certo ai suoi fondatori». Un partito che ha la missione di compiere una «grande rivoluzione liberale» per «cambiare l'Italia». Una Italia che il premier riconosce afflitta dalla crisi tanto da avere bisogno di «una terza ricostruzione», come quella dopo l'unità, come quella del dopoguerra, che, ovviamente, sarà condotta dal partito che è nato oggi nel padiglione otto della Nuova Fiera di Roma.

«Oggi si conclude la lunga transizione cominciata nel 1993 con la fine della Prima Repubblica», ha detto Berlusconi dal palco ed è l'unico passaggio che guarda al passato. Per il resto il premier invita a proiettare l'orizzonte di ognuno in avanti: quel «nuovo grande partito moderato, liberale, nazionale, riformista al quale in questi anni abbiamo lavorato», secondo Berlusconi è destinato a guadagnarsi un posto nella storia, anche di più, si deduce dal discorso del presidente del Consiglio, della Democrazia Cristiana. «Ne sono sicuro, intorno al Pdl ruoterà la politica italiana dei prossimi decenni», dice convinto e poi fa anche l'esegesi del nome del soggetto che nasce oggi: «Popolo perchè la sovranità appartiene al popolo, e nel popolo troviamo legittimazione, perchè per il bene del popolo vogliamo lavorare, e poi perchè siamo tanti, un vero popolo».

E «libertà perchè è la nostra religione laica, la stella polare che ci guida in tutte le decisioni», tanto che uno dei coordinatori del neonato soggetto Denis Verdini quella parola - libertà - la vuole pure inserire nella prima parte della Costituzione. Il Cavaliere cerca di staccare dal nuovo soggetto l'etichetta di 'berlusconismo', non certo rinnegandolo ma spiegando che si tratta solo di una questione di lessico: «Libertà, democrazia, dignità dell'uomo, sacralità della vita, difesa della famiglia naturale. Questo e soltanto questo - afferma - è ciò che gli altri chiamiamo il berlusconismo. Con buona pace di chi tenta di denigrarci, questi sono i nostri valori, il nostro punto di forza, e sono scritti chiaramente nella Carta dei valori del Ppe».

«L'impresa del cambiamento non ci spaventa», insiste Berlusconi e pazienza se la sinistra resta indietro: «E' arretrata e faziosa». Il nuovo partito, promette il premier, ammodernerà il Paese anche da solo. Ha i numeri e la legittimazione popolare: «Il Pdl - informa Berlusconi - ha superato dopo il primo giorno di congresso il consenso del 44% degli italiani e si candida a raggiungere il 51%», perchè «un grande partito come il nostro non può accontentarsi mai».

Il messaggio è per chi non è convinto: «Sappiamo che ci sono ancora tanti italiani che possono unirsi a noi, e diventare protagonisti del sogno di costruire un paese davvero moderno, davvero libero, davvero europeo. A loro ci rivolgeremo da domani con la passione di sempre, non dobbiamo avere paura di pensare ancora più in grande...».