Terracciano a El Pais: una campagna di demolizione contro l'Italia
Lo scrive l’ambasciatore d’Italia a Madrid Pasquale Terracciano, in una lettera al direttore pubblicata il 25 marzo dal quotidiano spagnolo di area socialista
«Giorno dopo giorno, cresce in me la sensazione che ’El Pais’ stia portando avanti, non so fino a che punto consapevolmente, una campagna di demolizione sistematica dell’immagine dell’Italia». Lo scrive l’ambasciatore d’Italia a Madrid Pasquale Terracciano, in una lettera al direttore pubblicata il 25 marzo dal quotidiano spagnolo di area socialista.
«Da tempo il suo giornale da’ spazio solo a voci critiche, spagnole e italiane, che fanno ricorso sempre di piu’ all’iperbole». L’ambasciatore cita un recente articolo dello scrittore Felix de Azua, collaboratore di El Pais, che ha definito il Presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi come ’uno dei piu’ sinistri dirigenti europei, paragonabile solo a quelli di alcune enclave balcaniche’, benche’ sia stato eletto democraticamente per la terza volta in 15 anni da una maggioranza di italiani, e ha paragonato il sistema giuridico italiano a quelli delle ’satrapie latino- americane’.
«Non capisco - osserva il nostro ambasciatore - a quali satrapie o enclave si riferisca. Ma se si tratta di applicare un cliche’, come italiano prima ancora che come ambasciatore d’Italia, mi sento offeso da affermazioni di questo tipo, che per il loro carattere vago hanno il sapore dell’insulto». Nella lettera a El Pais, l’ambasciatore italiano afferma anche di non credere «che la grande maggioranza dei miei compatrioti - indipendentemente dall’orientamento politico - possa riconoscersi nelle descrizioni deformanti e offensive che leggo nel suo giornale, da cui e’ assente qualsiasi opinione dissenziente».
Terracciano puntualizza fra l’altro che «a chi sa di Diritto, non sfugge che il nostro e’ uno dei sistemi piu’ apprezzati al mondo per le garanzie che offre. Tutto questo mi preoccupa perche’ con una campagna cosi dura, oltraggiosa e a senso unico si corre il rischio di provocare effetti negativi sull’amicizia e la simpatia che caratterizzano tradizionalmente le relazioni fra i nostri due popoli».