29 aprile 2024
Aggiornato 15:00
Benedetto XVI nel Messaggio per la XXIV Giornata Mondiale della Gioventù

Crisi, Papa ai giovani: Non scoraggiatevi di fronte a difficoltà

Quando si è giovani si nutrono ideali, sogni e progetti; la giovinezza è il tempo in cui maturano scelte decisive per il resto della vita

Città del Vaticano - E' un messaggio di speranza quello che il Papa rivolge ai giovani di tutto il mondo, soprattutto in un momento di grandi difficoltà e interrogativi, derivanti in particolare dalla crisi economica che sta colpendo numerosi Stati. «La giovinezza è tempo di speranze - dice Benedetto XVI nel Messaggio per la XXIV Giornata Mondiale della Gioventù che si celebrerà, quest'anno a livello diocesano, il 5 aprile - perché guarda al futuro con varie aspettative.

Quando si è giovani si nutrono ideali, sogni e progetti; la giovinezza è il tempo in cui maturano scelte decisive per il resto della vita. E forse - prosegue il Papa - anche per questo è la stagione dell'esistenza in cui affiorano con forza le domande di fondo: perché sono sulla terra? che senso ha vivere? che sarà della mia vita? E inoltre: come raggiungere la felicità? perché la sofferenza, la malattia e la morte? che cosa c'è oltre la morte?».

«Interrogativi - prosegue il Papa - che diventano pressanti quando ci si deve misurare con ostacoli che a volte sembrano insormontabili: difficoltà negli studi, mancanza di lavoro, incomprensioni in famiglia, crisi nelle relazioni di amicizia o nella costruzione di un'intesa di coppia, malattie o disabilità, carenza di adeguate risorse come conseguenza dell'attuale e diffusa crisi economica e sociale. Ci si domanda allora: dove attingere e come tener viva nel cuore la fiamma della speranza?».

La ricetta che offre il Papa è la speranza, una speranza che viene da Dio. «La questione della speranza è, in verità - afferma - al centro della nostra vita di esseri umani e della nostra missione di cristiani, soprattutto nell'epoca contemporanea. Avvertiamo tutti il bisogno di speranza, ma non di una speranza qualsiasi, bensì di una speranza salda ed affidabile». Ma «le qualità personali e i beni materiali non bastano ad assicurare quella speranza di cui l'animo umano è in costante ricerca. La politica, la scienza, la tecnica, l'economia e ogni altra risorsa materiale da sole - osserva - non sono sufficienti per offrire la grande speranza a cui tutti aspiriamo. Questa speranza può essere solo Dio». «Ecco perchè - avverte il Papa - una delle conseguenze principali dell'oblio di Dio è l'evidente smarrimento che segna le nostre società, con risvolti di solitudine e violenza, di insoddisfazione e perdita di fiducia che non raramente sfociano nella disperazione».