Biotestamento: Schifani apre a rinvio, Beppino Englaro indagato
Fini: «Si tratta di una questione che non può essere affrontata con emotività»
Roma (Apcom) - Mentre a carico del padre di Eluana Englaro, Beppino, la Procura di Udine apre un fascicolo di indagine, il mondo politico fatica a trovare un accordo sul testamento biologico. Al punto che il presidente del Senato apre all'ipotesi di un rinvio della data di arrivo del disegno di legge di maggioranza nell'aula di Palazzo Madama. «Se si tratterà di lavorare qualche settimana in più in commissione per garantire ampiezza di dibattito e ampiezza di confronto per l'elaborazione di un testo il più largamente condiviso che approdi in aula con il relatore, sarà fatto un bel lavoro», ha dichiarato la seconda carica dello Stato. Parole subito apprezzate dal presidente della Camera.
La posizione di Fini - «Si tratta di una questione che non può essere affrontata con emotività o, peggio ancora, alzando bandiere ideologiche o propagandistiche», afferma Gianfranco Fini. Il Parlamento, insomma, reclama il suo ruolo in una questione che suscita frizioni tra schieramenti e divisioni all'interno di ognuno di essi. I promotori dell'appello per una moratoria fino alle elezioni europee - e in particolare Emma Bonino e Enzo Bianco - colgono la palla al balzo per rilanciare la loro iniziativa. Ma la proposta di Schifani punta solo a permettere alla commissione Sanità di emendare il ddl del relatore Raffaele Calabrò (Pdl) rinviando la data di inizio della discussione di aula, attualmente fissata per il 5 marzo. Tra maggioranza e opposizione scattano comunque reciproche accusa a chi è più diviso. «Non è qualche giorno in più di lavoro in commissione Sanità, utile anche ad un maggiore approfondimento, viste le contraddizioni che si sono aperte nella maggioranza, che impedirà che si arrivi presto alla discussione in Aula del provvedimento», afferma la capogruppo del Pd in Senato Anna Finocchiaro, ma «se il Pdl ora non vuole più la legge si assuma le proprie responsabilità e lo dica».
Le risponde a stretta giro di posta il Pdl. «Nonostante questi toni da lezioncina, proseguiremo con un atteggiamento sereno e costruttivo», afferma il presidente dei senatori Maurizio Gasparri, Finocchiaro «sa benissimo che noi vogliamo la legge, ci siamo fatti carico quanto e più di tutti di questo problema». La proposta di Schifani «denuncia un clima di difficoltà nel centro destra», secondo il senatore del Pd Daniele Bosone. «Farebbe meglio a guardare la trave nel suo occhio, dove la sua area appare divisa in innumerevoli fazioni», replica il presidente della commissione Sanità di Palazzo Madama Antonio Tomassini. In ognuno degli schieramenti, intanto, continuano i distinguo. Se l'Udc è netto («L'impegno a fare una legge sul testamento biologico va mantenuto in tempi brevi», per Pier Ferdinando Casini), non così per Pd e Pdl. Nella maggioranza Alfredo Mantovano sottolinea che non c'è «nessun ostacolo» alla proposta di Schifani, «l'importante è che nessuno immagini un rinvio 'sine die'», mentre per il ministro Renato Brunetta, invece, «serve una soft law».
Nel Pd, la capogruppo in commissione Dorina Bianchi rivendica: «Mi rifiuto di trovare l'unitarietà di un partito, la ricchezza di un partito moderno e riformista sta proprio nella pluralità di vedute». Divisioni analoghe a quelle nel mondo cattolico. Mentre il cardinale Javier Lozano Barragan avalla un approfondimento della discussione parlamentare, perché - spiega - «se il testamento biologico è soltanto una maschera che nasconde l'eutanasia non lo si deve accettare, mentre se è una rinuncia all'accanimento terapeutico è accettabile», il Movimento per la vita protesta. «Le dichiarazioni che lasciano intravvedere ulteriori rinvii suscitano stupore e, bisogna pur dirlo, indignazione», afferma il presidente Carlo Casini. Sul fronte opposto un gruppo di intellettuali cattolici - guidati dai docenti universitari Carmelo Vigna e Stefano Semplici - che scrivono al presidente della Cei Angelo Bagnasco per sostenere che in casi eccezionali alimentazione e idratazione possano essere sospesi e auspicare che «la Chiesa possa esprimere una capacità di inclusione più ampia».
Giuliano Ferrara commenta: «Chi sta con Bagnasco, chi contro, chi con Pisanu o i professori, ma non con Sofri e Veronesi: la situazione biotestamentaria è confusa, tra i laici come tra i cattolici. E se non se ne facesse niente?». A Udine, nel frattempo, la Procura ha aperto un fascicolo per omicidio volontario a carico di Beppino Englaro e altre quattordici persone, tra di loro il primario che ha assistito Eluana nella morte e tutti gli infermieri. «Atto dovuto», hanno poi spiegato dal palazzo di giustizia, «dopo le numerosissime, specifiche, anche nominativamente, denunce inviate o presentate a questo ufficio da parte di cittadini, tutti identificati e identificabili».