2 maggio 2024
Aggiornato 07:30
Ddl Alfano sulle intercettazioni

Intercettazioni, Fammoni (Cgil): da governo scelte autoritarie

“Stati generali per sostenere libertà e pluralismo”

ROMA – «L’iniziativa del Governo, con sempre maggiore frequenza, è caratterizzata da scelte di autoritarismo a sostegno di obbiettivi mirati, come in questo caso sull’informazione». È quanto scrive il segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni, in un messaggio inviato ai vertici della Fnsi in occasione dell’iniziativa ‘Intercettazioni, no al bavaglio all’informazione’ sul ddl Alfano. «Si è provato già molte volte a far passare ‘norme bavaglio’ - aggiunge - ma finora il tentativo è stato sventato ma prosegue con il ddl intercettazioni».

«Nonostante il controllo di gran parte dei mezzi di informazione, l’omologazione delle notizie, il condizionamento fatto a tanti giovani cronisti col precariato, - scrive il dirigente sindacale - il tentativo di censura alla libertà di informazione non si ferma». Infatti, sulle modifiche apportate nei giorni scorsi in commissione Giustizia della Camera al ddl, e che incideranno sulla cronaca giudiziaria, Fammoni osserva: «Non si tratta di evitare abusi o distorsioni, di tutelare il diritto alla privacy, di ricercare un equilibrio fra diritti come sarebbe giusto; ma con gli emendamenti che si vorrebbe approvare si dilatano i tempi e si vieta il diritto dei cittadini ad essere informati per tutta la durata delle indagini».

Inoltre, aggiunge, «per essere più sicuri che il silenzio sia totale, il rimedio è sempre quello: pesantissime sanzioni per chi fa informazione, fino al carcere». Il dirigente sindacale sostiene perciò che «il provvedimento va cambiato. La mobilitazione e l’iniziativa è necessaria e siamo al vostro fianco. Ma non basta. La deriva dell’informazione deve essere contrastata con un progetto nuovo e all’altezza, alla cui realizzazione sono chiamate tutte le forze interessate e disponibili». Per questi motivi Fammoni chiama, sui temi della libertà e del pluralismo dell’informazione, «a raccolta gli stati generali della comunicazione e da lì proporre piattaforma di contenuti e un concreto programma a suo sostegno».