28 marzo 2024
Aggiornato 11:00
Legalità e del diritto all'informazione

Intercettazioni: IdV dà il via a battaglia parlamentare

Palomba: «Abbiamo presentato due pregiudiziali, una di merito e una di costituzionalità e una relazione di minoranza»

E’ partita oggi, nell’aula di Montecitorio, la battaglia parlamentare di Italia dei Valori sul ddl intercettazioni del Governo, affinché non si compia uno scempio così grande della legalità e del diritto all'informazione.
«Abbiamo presentato due pregiudiziali, una di merito e una di costituzionalità e una relazione di minoranza. La nostra sarà una poderosa resistenza ad un Ddl vergognoso che fa strame dello stato di diritto in questo Paese». Lo affermano gli onorevoli Antonio Di Pietro e Federico Palomba, rappresentanti di IdV in commissione giustizia della camera.

Indagini penali - «Per quanto riguarda la pregiudiziale di merito, riteniamo che il ddl del governo costituisca un intralcio decisivo per lo svolgimento delle indagini penali, e ciò avviene proprio nel momento in cui l'allarme sociale per alcuni fenomenali delinquenziali è altissimo. Si pensi ai ripetuti casi di violenza sessuale, di pedofila e di traffico di stupefacenti. Il ddl, insomma, è un palese regalo alla criminalità organizzata e comune, una rinuncia alla lotta alla delinquenza.
Per quanto riguarda la pregiudiziale di costituzionalità, ci troviamo di fronte alla violazione palese della nostra Carta, in particolare degli articoli 1, 2, 3, 10, 21, e di molte norme che riguardano l'amministrazione della giustizia.

Inoltre, abbiamo depositato un testo alternativo a quello della Commissione. E' stata una scelta obbligata. Mentre il Governo, infatti, blatera di sicurezza senza riuscire a garantirla, rende inutilizzabile uno strumento essenziale come quello delle intercettazioni, determinando il cedimento dello Stato dinanzi alla criminalità. Insomma, sarebbe come se un medico, disponendo di antibiotici o di sofisticati strumenti di diagnosi e di cura, preferisse ricorrere ai salassi.
Dall'altra parte, riteniamo che, oscurare l'informazione e minacciare pesantemente i giornalisti con ammonimenti e sanzioni, determini il buio della democrazia, come accade nei regimi autoritari.

Il testo alternativo, che consta di 13 articoli, contiene esclusivamente dei significativi miglioramenti della disciplina attuale e ne rafforza i principali concetti, rendendo più utilizzabili le intercettazioni e garantendo al massimo la libertà di informazione, tutelata dalla Costituzione e dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo».