19 aprile 2024
Aggiornato 02:30
Intercettazioni

DDL «ammazza indagini»

Governo faccia passo indietro

«Il Partito democratico è fortemente contrario al ddl intercettazioni che giudica un provvedimento «ammazza indagini», che mina il sistema investigativo, mette a repentaglio la sicurezza dei cittadini, compromette l'esercizio del diritto di cronaca e non risolve il problema della tutela della privacy».

Lo dichiarano i deputati del Pd della commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti, Cinzia Capano, Mario Cavallaro, Pasquale Ciriello, Anna Paola Concia, Guido Melis, Anna Rossomando, Marilena Samperi, Lanfranco Tenaglia, Pietro Tidei a poche ore dall'esame in commissione degli emendamenti al ddl governativo.

Ricerca della prova - «Il Pd - annunciano i democratici - voterà contro ogni proposta volta che indebolisce uno strumento essenziale ed insostituibile per la ricerca della prova. Per questo abbiamo presentato un pacchetto di emendamenti volto che modifica radicalmente l'impianto di un testo che 'lega le mani' alla polizia giudiziaria e alla magistratura inquirente. Nel merito - aggiungono - la richiesta di 'gravi indizi di colpevolezza' per attivare le intercettazioni comprime fortemente la possibilità di utilizzarle efficacemente. E' un'ipotesi gravissima che rivela come il governo e la maggioranza siano disposti a sacrificare uno strumento importantissimo per la ricerca della prova sull'altare di un astratto concetto di riservatezza perché non introduce una effettiva responsabilizzazione per coloro che hanno accesso alle intercettazioni e non realizza un filtro efficace per evitare che le intercettazioni irrilevanti per le indagini e quelle relative a soggetti estranei alle indagini rimangano segrete e siano distrutte. Il testo del governo - sottolineano - non eviterà infatti l'uso strumentale delle intercettazioni, ma avrà l'unico effetto di bloccare l'efficace contrasto della criminalità, anche quella organizzata».

Bavaglio all'informazione - «Inoltre - proseguono - il ddl intercettazioni è un attacco al diritto di cronaca e un bavaglio all'informazione: il diritto ad informare e ad essere informati viene calpestato perché il governo ha deciso di impedire la cronaca giudiziaria, vietando la pubblicazione («anche parziale, o per riassunto o nel contenuto», e «anche se non sussiste più il segreto«) degli atti di indagine fino al termine dell'udienza preliminare».

«Siamo molto critici - concludono - ed oggi in commissione chiederemo convintamente al governo di 'fare marcia in dietro' su questo testo 'ammazza indagini'.