28 agosto 2025
Aggiornato 07:30
Arresto Angelucci

Sanità, Cosentino: «Mai condizionato dagli Angelucci»

Dichiarazione di Lionello Cosentino, responsabile Sanità del Partito Democratico

Leggo sui giornali alcune delle intercettazioni sul caso Angelucci in cui si fa riferimento anche al mio nome, riportato da alcuni degli indagati. Voglio quindi precisare la mia posizione partendo dal fatto che io – nel mio lavoro per cinque anni come assessore alla Sanità del Lazio – non posso essere considerato amico o indulgente verso la famiglia Angelucci: negai infatti l’accreditamento delle loro cliniche e in particolare del San Raffaele alla convenzione con la Regione.

Ma veniamo ai fatti di cui si parla nelle telefonate. In quel periodo, come responsabile per la sanità dei DS nel Lazio, davanti alla voragine della sanità della Regione lasciata in eredità dalla giunta Storace, chiedevo che fossero radicalmente cambiate le regole per la remunerazione dei privati che avevano provocato quel pesante indebitamento e insieme un clima difficilissimo nei rapporto tra l’ente locale e la sanità privata. Quindi il problema non era quello di «aiutare» qualcuno, ma di modificare radicalmente queste regole, e neppure quello di sostituire l’assessore alla sanità Battaglia, di cui sono amico da anni e che stimo, il quale peraltro non fu sostituito nel periodo cui fanno riferimento le intercettazioni ma molti mesi più tardi. A testimonianza che questa era limpidamente e pubblicamente la mia posizione voglio citare quanto ho detto, in interviste pubblicate allora e in interventi pubblici, nella riunione del gruppo regionale dei DS nell’estate e poi, quando ho lasciato l’incarico con una intervista su «Repubblica«dell’8 novembre 2007. Cito da quella, «La maggiore criticità è il sistema di remunerazione ai privati: nel Lazio è tra i più ‘arcaici’ di Italia. Per programmare la spesa occorre un accordo stabile e condiviso. Primo quindi costruire le regole.

Marrazzo e Battaglia convochino i rappresentati dei privati finanziati dalla Regione e stabiliscano prima della fine dell’anno il budget per il prossimo triennio. Scrivere le regole è la prima emergenza».

E poi il giornalista mi chiese quali erano le altre emergenze. Cito ancora, «I controlli: all’inizio del suo mandato Marrazzo indicò giustamente la necessità di una cabina di regia. Ma restano ancora basse qualità e quantità delle informazioni... Non si può gestire un sistema complesso senza ricambi. Benvenuti ai due direttori dell’Assessorato (appena assunti), ma occorrono altre nuove professionalità, lì e nelle aziende, per ricostruire le procedure contabili: arrivano ancora fatture di molti anni fa e le Asl non dispongono di criteri di registrazione adeguati».

Non potevo essere più chiaro, nell’indicazione che davo, lasciando l’incarico di responsabile della sanità dei DS: regole scritte e forti del consenso delle parti sociali, e poi controlli.

Purtroppo la delibera sui tetti e le tariffe 2008 che suggerivo di approvare entro il 31 dicembre 2007 vide la luce molti mesi più tardi. Non so quanto gli Angelucci e gli altri imprenditori privati e religiosi condividessero la mia proposta. A parole, tutti. Ma quella fu un’occasione persa. Anche da parte loro. In ogni caso, molti mesi dopo la svolta ci fu, con la decisione di Marrazzo di revocare l’incarico a Battaglia e subito dopo la decisione del governo di commissariare la Regione. Non ne fui informato e non partecipai alla decisione. Una cosa è certa: gli Angelucci non sono mai stati in grado di condizionare i miei giudizi e le mie decisioni. Auguro loro di saper dimostrare la loro estraneità ai fatti contestati.