24 aprile 2024
Aggiornato 07:00
Ricerca e innovazione

La Regione del Veneto crede nella ricerca e nell’innovazione

Sartor: «I dati sono chiari, investiamo molte risorse»

L’evoluzione del concetto di rinnovamento dimostra che le politiche regionali non devono concentrarsi esclusivamente sulla relazione tra l’innovazione e la ricerca: l’obiettivo è piuttosto realizzare un circolo virtuoso dove la ricerca scientifica alimenti l’innovazione, favorisca la crescita e lo sviluppo, diffonda sul territorio le conoscenze. Il contributo del progresso scientifico e tecnologico alla crescita dell’economia è anche nella nostra regione intorno al 50 per cento.

Il tasso di rendimento medio annuo per il settore manifatturiero è pari al 15 per cento. Di valutazione della ricerca scientifica e umanistica ha parlato stamattina, in occasione del convegno il metro della ricerca, la ricerca del metro, promosso dall’Università Ca’ Foscari di Venezia, nell’Auditorium Santa Margherita l’assessore all’Economia, Vendemiano Sartor.

«La Regione del Veneto - ha ricordato l’assessore - ha adottato un articolato programma di sviluppo che concentra l’attenzione sulla centralità della persona e della famiglia nella società veneta, sulla risorsa ambientale e territoriale, sui fattori propulsivi dell’economia, sulle sperimentazioni istituzionali e organizzative.» Nello stresso tempo, fortissimo è stato l’impegno finanziario per i bandi che riguardano la ricerca, l’innovazione e soprattutto il trasferimento tecnologico. «Si è agito cioè - ha ribadito - sia per incrementare il ricorso alla brevettazione, sia per valorizzare le collaborazioni internazionali, sia per favorire la nuova imprenditoria e sostenere i tre poli scientifici e tecnologici collegati a 80 strutture decentrate e in rete con 4 università, sia per incrementare la quota degli investimenti, sia per contribuire alla qualificazione della formazione delle risorse umane.»

L’assessore ha, poi, ricordato che è stato costituito nel 2003 il distretto tecnologico «Veneto Nanotech» con la collaborazione del ministero dell’Università e della Ricerca, delle Università degli studi di Padova, Venezia e Verona, delle Camere di commercio di Padova e Venezia, della Federazione regionale degli industriali e di Veneto Innovazione. Infine, è stato richiamato alla memoria il documento strategico regionale che ha messo al centro della progettualità veneta le reti delle infrastrutture materiali e immateriali, il sistema metropolitano diffuso, le questioni ambientali, le reti di sostegno all’innovazione e al trasferimento tecnologico, il recupero e la riqualificazione delle aree dismesse, la centralità di Venezia e di Porto Marghera. «La Regione del Veneto ha insomma fatto la sua parte: quello che è sempre più importante comprendere - ha concluso Vendemiano Sartor - è che si deve lavorare ancora più che in passato sul fronte delle risorse umane qualificate e sull’utilizzo delle sinergie, che si deve rafforzare ulteriormente l’impegno sulla banda larga, che si deve ridurre il gap territoriale che tuttora esiste tra le zone periferiche e i contesti urbani.»