6 maggio 2024
Aggiornato 10:00
La conferenza stampa di fine anno del presidente Martini

«Un 2009 difficile, ma non privo di opportunità»

Crisi della politica. La risposta toscana: questione morale, riduzione dei costi, partecipazione

Crisi economica, ma anche crisi della politica. Sono i due fuochi attorno a cui si è sviluppata la maggior parte delle riflessioni del presidente della Toscana Claudio Martini, nell'incontro di fine anno con i giornalisti. «Non possiamo prescindere dalle pesante situazione che vive la nostra economia. Tutti i nostri maggiori sforzi sono orientati a combattere la crisi che si è abbattuta anche sulla Toscana, nei limiti che le nostre competenze ci permettono. Dalla crisi dobbiamo comunque cercare di uscire cogliendo anche le opportunità» ha detto il presidente toscano, che prevede un 2009 «non nero ma comunque grigio scuro, o almeno mediamente scuro». La crisi in fondo, ci insegna l'etimologia greca, non è per forza solo negativa: è soprattutto un momento di cesura.

E così, dopo aver ricordato i provvedimenti a sostegno del credito e dell'economia e le misure che saranno prese a gennaio a sostegno dei lavoratori rimasti senza impiego, Martini parla della «rinnovata attenzione per l'economia reale», della «nuova possibile fase di collaborazione tra Stato e mercato» e dei consumi «più qualificati e meditati» che sono le opportunità che la crisi ci consegna. Prima aveva anticipato qualche dettaglio del pacchetto da cinque milioni di euro che sarà uno dei primi provvedimenti del nuovo anno, ovvero ammortizzatori sociali per chi, come precari, atipici e assunti a tempo determinato, oggi non può contare sulla cassa integrazione e aiuti ai lavoratori dal reddito medio basso in difficoltà con il mutuo sulla prima casa, per i quali è allo studio una sospensione delle rate da sei mesi ad un anno, con interessi a carico di Regione e banche.

Martini annuncia, per il 2009, un tour nella Toscana che tiene, per far conoscere le aziende eccellenti che hanno saputo innovare, parla di incontri con multinazionali e grandi imprese che già hanno trovato casa in Toscana e la cui presenza dovrà essere consolidata ed accresciuta. Annuncia anche la visita del ministro Scajola, confermata per la seconda metà di marzo e che sarà preparata attraverso incontri con operatori e associazioni economiche, e una «missione altamente qualificata a Bruxelles» per cercare una sponda ed aprire un tavolo di discussione sui temi di maggior interesse per i distretti toscani.

L'istituto Einaudi attribuisce alla Toscana il quinto posto tre le Regioni d'Italia quanto a libertà economica: una posizione migliore anche della Lombardia ed el Veneto. «Nonostante le critiche di alcuni schieramenti politici, non esiste in Toscana evidentemente un probema di dirigismo politico – annota Martini – Esiste però un difetto di fiducia che la politica deve sapersi riconquistare». Astensionismo, una classe dirigente che si avvita su se stessa e pulsioni demagogiche e populiste, trasversali agli schieramenti politici e presenti anche in Toscana, sono i tre maggiori pericoli per Martini. Per ripartire il presidente propone un'agenda di tre punti: trasparenza e questione morale al primo posto (con l'unica richiesta alla magistratura di fare presto), riduzione dei costi della politica (e quindi ultimazione del piano di dimagrimento, ma anche riduzione del numero di consiglieri regionali ed assessori) e poi la scelta forte sulla partecipazione dei cittadini alle scelte più rilevanti delle istituzioni, insomma un modo per ricostruire la fiducia verso la politica e le amministrazioni locali attraverso esperienze di democrazia partecipativa. «La giunta - spiega Martini - ha approvato oggi u na delibera con cui abbiamo deciso di dar vita ad un processo partecipativo sui destini urbanistici del Parco della piana: oltre tremila ettari che si estendono tra due province (Prato e Firenze) e quattro comuni (Firenze, Campi, Sesto e Prato), dal Parco di Castello fino quasi alle porte di Pistoia. Sarà un'occasione per confrontare le posizioni di tutti e decidere in modo condiviso e trasparente. Un'occasione per una politica diversa».