28 agosto 2025
Aggiornato 05:30
Pubblico impiego - Sanità

«Rinnovare contratti dirigenti precari»

Sandri: «Impensabile stringere di più la cinghia per sprechi ad altre latitudini»

«Al termine un incontro del Coordinamento dei Direttori Generali delle Ullss venete, ho dato indicazioni affinché, nei limiti del possibile, si proceda al rinnovo dei contratti libero professionali dei dirigenti precari della sanità, in scadenza il 31 dicembre prossimo». Lo ha annunciato oggi l’Assessore alla Sanità della Regione del Veneto, Sandro Sandri. Il problema, che riguarda 270 tra medici e veterinari, ed altrettanti dirigenti tra psicologi, biologi e farmacisti che operano con contratti annuali nelle strutture sanitarie della regione, era stato in precedenza affrontato dallo stesso Sandri, in un incontro tenutosi nella sede dell’Ulss 16 a Padova, con il Comitato Dirigenti Precari della Sanità, coordinato dal dottor Giampiero Avruscio.

«E’ stato un incontro franco e positivo – ha detto Sandri – al quale mi auguro di aver dato l’atteso concreto seguito con l’indicazione data a Direttori Generali». Sandri ricorda che «su questa materia siamo ancora in attesa degli esiti del ricorso al Consiglio di Stato sui concorsi attualmente sospesi, ma come Regione ci eravamo mossi da tempo con il massimo impegno, attraverso ben due leggi che ci sono state impugnate».

Ai Dirigenti precari, Sandri ha anche ribadito l’impegno di insistere a livello nazionale con i Ministeri della Salute e dell’Economia e Finanze, «perché sia valutata la possibilità di incrementare la spesa per il personale, pur rimanendo all’interno del Patto di Stabilità, al fine di poter assumere quelle figure professionali delle quali il Veneto è carente, e la cui mancanza è una grave concausa dell’attuale situazione delle liste d’attesa». «Il Veneto – ha detto ancora Sandri – è una delle poche Regioni che già nel 2006, al momento dell’entrata in vigore del Patto di Stabilità che oggi ci vincola, aveva riorganizzato il suo sistema sanitario, razionalizzando al massimo le diverse voci di spesa. Ma con il personale occorre che si trovi una soluzione, perché in molte strutture sanitarie assistiamo al paradosso della presenza di macchinari moderni ed efficienti che non possono funzionare al massimo delle loro potenzialità per la mancanza non solo di infermieri, ma anche di medici, in particolare radiologi, cardiologi ed esperti in urgenza-emergenza. E la situazione dei dirigenti precari non si discosta di molto: anche nel loro caso si tratta di figure indispensabili per il buon funzionamento dei servizi da erogare ai cittadini, ai quali non vogliamo chiedere nessun altro sacrificio in forza della necessità di far fronte a sprechi che si determinano a latitudini ben diverse dalla nostra».