19 aprile 2024
Aggiornato 00:00

Sanità: presentato il rapporto regionale “Passi”

Siciliani pigri ma migliora il ricorso alla diagnosi precoce oncologica

I siciliani fanno poca attività fisica, molti non indossano le cinture di sicurezza in automobile e sono ancora pochi coloro che, tra chi dovrebbe, si vaccinano contro l’influenza. Migliora invece il ricorso alla diagnosi precoce oncologica. Nel complesso, la maggior parte dei siciliani si ritiene in buona salute.
Sono questi alcuni dei dati emersi dal rapporto regionale sul «sistema di sorveglianza PASSI (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia)», presentato oggi dall’assessorato regionale alla Sanità: si tratta di un programma promosso dal ministero della Salute, che fornisce informazioni su abitudini e stili di vita e coglie l’andamento e le trasformazioni della nostra comunità, con lo scopo di aumentare i livelli complessivi di salute.

I risultati relativi al 2007 sono uno spunto di riflessione sull’utilità delle nuove informazioni, ora finalmente disponibili a livello di singole Ausl, per monitorare gli effetti degli interventi di sanità pubblica già in corso e in particolare il Piano regionale della prevenzione e il programma Guadagnare salute.
Le malattie cronico degenerative (soprattutto cardiovascolari e tumori) continuano a crescere di frequenza e riconoscono, tra i principali fattori di rischio, alcuni comportamenti modificabili, legati a stili di vita sempre più diffusi. Continuare a investire solo in assistenza non è più sostenibile, l’attenzione deve essere quindi focalizzata sulla prevenzione. Circa il 60 per cento dell’onere della spesa sanitaria in Europa è rappresentato dalla cura di patologie attribuibili a soli sette fattori principali: ipertensione, fumo, alcol, ipercolesterolemia, sovrappeso, basso consumo di frutta e verdura, inattività fisica.

Il sistema prevede la raccolta continua di dati sui principali fattori di rischio comportamentali per la salute e sull’adozione di misure di prevenzione da parte della popolazione adulta tra i 18 e i 69 anni. Gli ambiti indagati rientrano tra quelli considerati prioritari dalla programmazione sanitaria (salute, qualità di vita percepita, attività fisica, fumo alimentazione, alcool, sicurezza stradale, rischio cardiovascolare,, screening oncologici, vaccinazioni dell’adulto, salute mentale, incidenti domestici, aspetti sociodemografici).

In Sicilia è stato intervistato un campione casuale di 973 persone, selezionato dalla lista delle anagrafi sanitarie delle Ausl. Il 51 per cento degli intervistati è rappresentato da donne e il 49 da uomini. L’età media del campione è di 42 anni. Una persona su due ha un lavoro regolare, il 54 per cento del campione ha un livello di istruzione alto.
L’indagine, coordinata in Sicilia dal dipartimento Osservatorio epidemiologico, in collaborazione con il Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute dell’istituto superiore di Sanità e i dipartimenti di Prevenzione delle Ausl, rappresenta uno strumento innovativo considerato che in Europa solo pochi Paesi hanno attivato un’effettiva sorveglianza sui fattori di rischio comportamentali.