«Si, a confronto limpido ma senza diktat»
Lo dichiara il ministro della Giustizia del governo ombra, Lanfranco Tenaglia
«I punti che per il Partito democratico sono prioritari e che propone per la riforma della giustizia sono processi più rapidi, un maggiore equilibrio fra i poteri dello Stato e certezza della pena».
Lo dichiara il ministro della Giustizia del governo ombra, Lanfranco Tenaglia.
«Su questi temi – continua Tenaglia –, ribadiamo la nostra disponibilità al confronto, alla luce del sole, in Parlamento. Sia chiaro però che non accettiamo prediche né soluzioni preconfezionate che non risolvono i nodi più drammatici della giustizia italiana e che dovessero avere come fine ultimo non i diritti dei cittadini ma la subordinazione della giustizia alla politica».
«L’ordinamento giudiziario – ricorda Tenaglia – ha già subito delle modifiche negli ultimi tre anni e ora c'è una distinzione molto rigida tra chi giudica e chi indaga. Ma se facciamo una separazione delle carriere, chi controlla il pm? Chi garantisce che rispetti le regole e non agisca con fini diversi da quelli della giustizia?».
«Inoltre – prosegue il deputato del Pd –, vorremmo ricordare al ministro Alfano che in Italia le riforme costituzionali fatte a colpi di maggioranza sono sempre naufragate e che, dunque, continuare ad agitare la bandiera dell’autosufficienza equivale ad assumersi la grave responsabilità di far fallire anche quella, delicata e importante, della giustizia».
«Le reazioni scomposte di tanti esponenti del Pdl – è la conclusione di Tenaglia – dimostrano invece che si vuole alzare un polverone sulla giustizia per nascondere l’incapacità del governo ad affrontare la grave crisi economica; e anche che, in ogni caso, la vicenda di Catanzaro viene presa a pretesto per addomesticare la giustizia con le soluzioni che ben conosciamo e che il premier e i suoi predicano da anni».
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