28 marzo 2024
Aggiornato 20:00
Non è vero che la Ue abbia chiesto l’aumento dell’Iva per Sky

«Non UE ma Governo vuole aumentare IVA»

Dichiarazione di Stefano Fassina, consigliere economico governo ombra

Non è vero che la Ue abbia chiesto l’aumento dell’Iva per Sky e non è neppure vero che sia aperta una procedura d’infrazione contro l’Italia. Tremonti e lo stesso Berlusconi sulla vicenda Sky usano argomentazioni e ricostruzioni fuorvianti e sbagliate.

La tariffa del 10% agli abbonamenti della tv satellitare esiste fin dal 1996, come Berlusconi dovrebbe sapere bene visto che all’epoca aveva interessi aziendali nel settore della pay-tv. E’ vero che nel 2006 – su un ricorso avviato dalla stessa Mediaset – l’Ue aveva chiesto chiarimenti all’Italia per l’esistenza di aliquote diverse per il satellite e per la pay-tv sul digitale terrestre. Da allora non è stata avviata alcuna procedura di infrazione: la fretta di oggi, il ricorso alla decretazione, non hanno quindi alcuna giustificazione, visto che anche davanti ad una eventuale procedura di infrazione si interviene normalmente per legge e non per decreto.

Ma soprattutto, non è stata certamente la Ue a chiedere che l’eventuale adeguamento e unificazione delle aliquote avvenisse al rialzo, ovvero portando al 20% l’Iva. Questa è una scelta tutta politica e tutta da intestare al governo. L’aumento di tasse a oltre quattro milioni di famiglie (e il danno conseguente fatto al «concorrente» Sky) è tutta farina di Tremonti e Berlusconi.