25 aprile 2024
Aggiornato 03:00
Giornata mondiale dell'Aids

Aids: allarme eccessivo?

La giornata mondiale dell'Aids, ci offre lo spunto per alcune considerazioni sulla diffusione della malattia, in relazione ai dati che vengono forniti sulla espansione dell'Aids. Se vogliamo paragonare i dati della diffusione dell'Aids con un'altra malattia infettiva, per esempio l'epatite C, appare evidente l'allarmismo diffuso.

Nel mondo ci sono, secondo l'Oms, 33 milioni di infetti di Aids (l'anno scorso erano 40 milioni) ma ci sono 170 milioni affetti da epatite C; in Italia ci sono 120mila sieropositivi per il virus Hiv che, trasformandosi nella forma conclamata Aids (1250 casi), ha provocato 248 morti, mentre ci sono 1,5 milioni di affetti da epatite C che ha causato 10mila morti l'anno. Se vogliamo considerare la mortalità come elemento di preoccupazione sociale, dovremmo, con tutta evidenza, spostare la nostra attenzione verso quelle che determinano un numero maggiore di morti.

Certamente l'Aids è una malattia che va combattuta, soprattutto co n la prevenzione, cioè con l'utilizzo del profilattico, il cui utilizzo è sollecitato dal ministero della Salute ma la cui diffusione, per esempio nelle scuole, è osteggiata dal ministero dell'Istruzione e dal Vaticano, che predica la castità. Comunque rimane il dubbio che quella che fu definita «la peste del secolo» in verità abbia avuto tanta attenzione perché legata alle pratiche sessuali. Insomma un film già visto.

Primo Mastrantoni, segretario Aduc