5 maggio 2024
Aggiornato 09:30
Primo sequestro di cani provenienti dall’Ungheria e affidati alla LAV

La tratta dei cuccioli dall’est all’Italia

Petizione da firmare in centinaia di piazze a partire dal 29 e 30 novembre e su www.nonlosapevo.com

Tre cuccioli di cane - un Carlino, un Jack Russell e un West Highland - sono sopravvissuti alla tratta che ogni anno in Italia coinvolge migliaia di animali tra cani e gatti nati nell'Est Europa e precocemente strappati alle loro madri, costrette a continue gravidanze, per essere importati in Italia dove, in molti casi sono messi in vendita come cuccioli italiani falsificando i documenti d’origine. Sequestrati dal Nirda (Nucleo Investigativo per i Reati in Danno agli Animali ) del Corpo Forestale dello Stato, presso un negozio in provincia di Roma, i tre cuccioli sono stati affidati in custodia giudiziaria alla LAV che per loro è alla ricerca di idonee famiglie adottive. Attraverso la loro storia la LAV lancia l’allarme dell’importazione clandestina di cuccioli (www.nonlosapevo.com) e una petizione popolare da firmare sabato 29 e domenica 30 novembre in centinaia di piazze d'Italia a sostegno di proposte concrete per fermare questo traffico che condanna a morte almeno il 40% dei cuccioli dopo l’arrivo in Italia.

I tre cani sopravvissuti oggi hanno circa quattro mesi di età ma sono stati importati violando la normativa comunitaria che prevede, a tutela della salute dei piccoli e della sicurezza sanitaria del Paese importatore, che i cuccioli non possano essere movimentati prima dei tre mesi  e 21 giorni. Questa è solo una delle più frequenti violazioni di legge riscontrare dalla LAV che oggi ha reso pubblico un Dossier (www.lav.it) sul fenomeno: a volte i cuccioli sono trasportati in piena clandestinità, senza la documentazione necessaria per essere movimentati a fini commerciali all’interno dell’Unione Europea (passaporto UE, obbligatorio per cani, gatti e furetti; vaccinazione antirabbica, certificato veterinario attestante la buona salute e l’idoneità ad affrontare il trasporto; certificato TRACES*), altre volte viaggiano con documentazione falsificata. Spesso arrivati in Italia la documentazione del Paese d’origine è sostituita con una falsa, italiana, al fine di aumentare il valore di mercato del cucciolo.

Un cucciolo straniero, infatti, sul mercato vale poco, ma spacciandolo per italiano il suo valore può moltiplicarsi fino a 20 volte. Questo traffico illegale, solo in Italia, ogni anno muove un giro d’affari di circa 300 milioni di euro. Oltre alla nostra Penisola, anche Spagna, Francia e Belgio sono il punto d’arrivo di questa tratta dei cuccioli, provenienti in particolare da Ungheria, Slovacchia, Polonia, Romania e Repubblica Ceca. Un illecito che coinvolge allevatori, trasportatori, negozianti e purtroppo anche medici veterinari, come accertato da indagini di Polizie. Non è raro neppure che i cuccioli vengano imbottiti di farmaci per farli sembrare vivaci e sani all’acquirente, e fargli sopportare lo stress del distacco dalla madre e del lungo viaggio.

«La LAV chiede interventi legislativi nazionali ed europei per fermare questo squallido e pericoloso traffico di cuccioli, il rafforzamento delle forze di polizia addette ai controlli, nonché ordinanze e regolamenti comunali contro le mostre di animali e il commercio ambulante di animali, dove possono celarsi vendite illegali di cuccioli - dichiara Gianluca Felicetti, presidente della LAV - Firmando la nostra petizione, a partire dal 29-30 novembre quando saremo presenti in centinaia di piazze d’Italia, i cittadini potranno aiutarci concretamente a salvare la vita di migliaia di cuccioli.»

«Oltre alle violazioni di legge, ai rischi sanitari per il nostro Paese - connessi all’importazione di cuccioli sui quali possono mancare adeguati controlli su riproduttori e allevamenti - e per i cuccioli stessi, le cui difese immunitarie sono messe in pericolo dalla sottrazione alle cure materne e per questo più esposti a patologie infettive mortali come cimurro o parvovirosi, questo fenomeno è detestabile sotto il profilo etico perché si lucra su esseri viventi indifesi, fino al punto di metterne in pericolo la vita - precisa Ilaria Innocenti del settore Cani e Gatti della LAV - Coloro che sono disposti a spendere del denaro per acquistare un cane o un gatto, potrebbero invece riflettere sull’utiltà di adottare, peraltro gratuitamente, un animale da un canile».

Sabato 29 e domenica 30 novembre, presso i tavoli LAV allestiti in centinaia di piazze d’Italia (la lista delle piazze è disponibile su www.lav.it oppure telefonando allo 06 4461325) i cittadini potranno firmare la petizione della LAV, ricevere materiale informativo sul tema e candidarsi per adottare i tre cuccioli affidati alla LAV. Si potrà anche scegliere di adottare «a distanza» uno di questi cani, aiutando così la LAV a salvare altri cuccioli vittime di trafficanti senza scrupoli: in cambio si riceverà un certificato d’adozione con la foto del cucciolo e, periodicamente, informazioni sul cane.

*Certificato TRACES (Trade Control and Expert System): rilasciato da un veterinario autorizzato a ciò dal paese speditore, deve sempre essere in originale, in doppia lingua e comunque sempre nella lingua del paese di destinazione, con indicazione della data e dell’ora di partenza, del numero e della tipologia di animali (di allevamento o da compagnia) e il numero del passaporto.