5 maggio 2024
Aggiornato 10:00
Immigrazione e Scuola

«Presentato DDL per l'integrazione degli stranieri nelle scuole»

La senatrice Alberina Soliani e l'onorevole Sandra Zampa sono le prime firmatarie di un disegno di legge, presentato al Senato e alla Camera, sottoscritto dai capogruppo Anna Finocchiaro e Antonello Soro e da numerosissimi parlamentari del Pd

«E' tempo che si dia solidità e prospettiva alla presenza dei minori immigrati nella scuola italiana».
La senatrice Alberina Soliani e l'onorevole Sandra Zampa sono le prime firmatarie di un disegno di legge, presentato al Senato e alla Camera, sottoscritto dai capogruppo Anna Finocchiaro e Antonello Soro e da numerosissimi parlamentari del Pd. L'obiettivo è quello di «contrastare l'insorgere di derive discriminatorie e delineare un sistema scolastico che favorisca l'integrazione degli studenti italiani e stranieri».

«La presenza di allievi stranieri nelle scuole è fenomeno strutturale» fanno presente le parlamentari del Pd «come i dati testimoniano: oggi infatti nella scuola italiana ci sono circa 630/650 mila alunni stranieri, distribuite in ogni ordine e grado, dalla scuola dell'infanzia (111 mila, 6,7%) e prima ancora dall'asilo nido, alla scuola superiore. Nella scuola primaria sono 218 mila (7,7%), nella scuola secondaria di primo grado 126 mila (7,3%), nella scuola secondaria di secondo grado 119 mila (4,3%) divisi in 4.000 al liceo classico, 12.000 allo scientifico, 430 al linguistico, 6.100 ex istituto magistrale, 45.000 all'istituto tecnico, 48.400 al professionale, 3.400 all'istruzione artistica. Negli istituti tecnico-professionali insieme sono più dell'80% del totale». «Gli studenti stranieri che sono nati in Italia - aggiungono i parlamentari del Pd - sono ad oggi 200.000 (il 35%). Si tratta, dunque, di un fenomeno irreversibile, destinato ad estendersi. La percentuale media complessiva della presenza nell'anno precedente era del 6,4% mentre per l'anno scolastico in corso è circa del 7%. Nei territori particolarmente investiti dall'immigrazione vi sono nelle classi percentuali di minori stranieri che superano il 50%. Vi è da rilevare, inoltre, che la presenza di minori immigrati si registra sia nelle scuole statali sia nelle scuole paritarie, e che in queste ultime sono presenti anche figure educative provenienti da Paesi extracomunitari».

Sottolineano Soliani e Zampa: «una reale politica per la realizzazione dell'integrazione non può prescindere dalla necessità di attuare, in tutto il sistema scolastico nazionale, modelli educativi che favoriscano il riconoscimento della diversità come un arricchimento dei saperi e l’intercultura come un obiettivo».

Cosa prevede il disegno di legge? «Innanzitutto - spiegano - una cornice generale di princìpi (articolo 1), nel cui ambito si sancisce il diritto di ogni bambino immigrato ad un'istruzione scolastica aperta, senza distinzioni di provenienza geografica, culturale o sociale. «L'istruzione scolastica è un diritto di ogni bambino ed è aperta ai minori immigrati senza distinzione di provenienza geografica, culturale o sociale. Ad essi si applicano tutte le disposizioni vigenti in materia di diritto all'istruzione, di accesso ai servizi educativi e di partecipazione alla vita della comunità scolastica, ai sensi dell'articolo 36 della legge 6 marzo 1998, n. 40. Il ddl riconosce l'insegnamento dei valori costituzionali posti a fondamento della Repubblica e la conoscenza dei diritti umani tutelati delle fonti del diritto nazionali, comunitarie e internazionali, quali elementi costitutivi dell'istruzione scolastica, essenziali ai fini dell'educazione alla cittadinanza e al pluralismo culturale e per la promozione del dialogo interculturale e interreligioso.

Le istituzioni scolastiche, nell'esercizio della loro autonomia e nel quadro di una programmazione territoriale degli interventi, anche sulla base di convenzioni con le regioni e gli enti locali, organizzano le attività didattiche tenendo conto dei princìpi di cui alla presente legge e definiscono il tempo-scuola secondo le esigenze delle famiglie e le peculiarità territoriali, nel rispetto dell'interculturalità. La frequenza dei cicli di istruzione nelle scuole avviene nell'ambito di classi miste per genere, etnia, lingua, religione.

Attraverso una disposizione di delega legislativa al governo (articolo 2), si dettano i criteri per la definizione di una nuova disciplina a sostegno dell'integrazione scolastica degli stranieri e dell'educazione interculturale. L'obiettivo è quello di favorire l'accesso degli stranieri alle istituzioni scolastiche e formative e di garantire pienamente il diritto all'istruzione, con particolare riferimento alle istanze di inclusione sociale e integrazione multiculturale che oggi investono in forma nuova e peculiare la scuola.

In questo contesto si prevedono la possibilità di ammissione in corso d'anno scolastico dei minori stranieri secondo gli stessi criteri riservati agli studenti italiani e il potenziamento dell'attività didattica e dell'organico funzionale degli insegnanti, il ricorso a mediatori culturali e linguistici, anche di origine extracomunitaria, la partecipazione attiva degli studenti stranieri e delle loro famiglie alle attività della scuola e della comunità locale, attraverso l'offerta di corsi di lingua italiana e di educazione civica per gli adulti, realizzazione di un piano di formazione degli insegnanti e di tutto il personale della scuola - anche in collaborazione con università, enti e istituti di ricerca e associazioni - e , per altro verso, alla predisposizione di un'offerta didattica valida anche per gli stranieri adulti regolarmente soggiornanti che intendano conseguire il titolo di studio della scuola dell'obbligo.

Quanto alle iniziative da assumere a livello statale, il ricorso ad appositi spazi formativi nell’ambito della programmazione televisiva pubblica e ad una programmazione didattica multimediale che preveda anche l’utilizzo della rete internet e della rete televisiva digitale.

il potenziamento dell'attività degli istituti di cultura italiana all'estero. volto all'offerta di corsi di lingua italiana nei Paesi da cui ha origine l'immigrazione.

Infine, il presente disegno di legge dispone l'istituzione, presso il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, di un «Osservatorio nazionale per l'integrazione scolastica degli immigrati e per il sostegno all'educazione interculturale» (articolo 3).

Cui sono attributi compiti di: monitoraggio dello stato di attuazione della legge; elaborazione di linee guida e indirizzi per l'implementazione delle politiche di integrazione destinati alle istituzioni scolastiche e agli enti locali; valutazione sull'adeguatezza e funzionalità della disciplina legislativa e regolamentare e formulazione di relative proposte al Parlamento. All'Osservatorio è inoltre demandata l'istituzione di un centro di documentazione nazionale e internazionale ove raccogliere i progetti e le migliori pratiche d'integrazione su scala nazionale, nonché acquisire basi documentali sull'organizzazione scolastica adottata nei Paesi di provenienza degli immigrati.

Infine, allo scopo di rendere accessibili al Parlamento e al Paese i dati relativi ai risultati effettivi conseguiti su tutto il territorio nazionale dalle politiche di integrazione scolastica, si prevede che l'Osservatorio predisponga annualmente un «Rapporto nazionale sull'integrazione scolastica degli stranieri», da trasmettere alle commissioni parlamentari competenti, a cura del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, entro il 31 marzo di ogni anno».