4 maggio 2024
Aggiornato 11:00
Vigilanza RAI

«Poche idee ma tanti insulti»

Sulla Vigilanza Rai Gasparri attacca Veltroni. La condanna del PD

Un capogruppo della maggioranza, Gasparri, insulta e offende il capo dell´opposizione. Attenzione, non il suo imitatore d’eccezione, Neri Marcorè, è proprio lui che riferendosi al segretario del PD e alla mancata elezione di Leoluca Orlando alla Presidenza della Commissione di Vigilanza sulla Rai ha detto: «E’ una persona incapace. La violenza verbale, la violenza di cui anche io sono stato vittima nei giorni scorsi dimostra l'arroganza, la stupidità e l'incapacità di quest'uomo».

Parole che aggiungono insulti a quelli lanciati dal premier la scorsa settimana, come ricorda il neo portavoce del PD, Andrea Orlando: «Coglioni, imbecilli e ora stupidi: queste sono le espressioni che negli ultimi giorni sono state rivolte nei confronti dell’opposizione. Ci si
chiede quanti insulti ancora bisognerà ascoltare senza che dalle più alte cariche parlamentari giungano parole chiare a proposito».
Sulla stessa lunghezza d’onda Anna Finocchiaro: «Parole come «stupido», «incapace», non devono far parte del vocabolario della politica. Stiamo assistendo ad un decadimento della dialettica politica preoccupante. E’ un linguaggio che riteniamo inaccettabile, una gravissima offesa che oltre la persona colpisce le stesse istituzioni».

Amche perché non sono le parole di un peones ma quelle di un capogruppo di maggioranza al Senato, che «se arriva ad insultare in modo tanto volgare, come ha fatto oggi il sen. Gasparri, il segretario del maggior partito di opposizione. significa che non possiede il benché minimo senso della dignità del ruolo che ricopre» come ammette amareggiato Luigi Zanda, vicecapogruppo in Senato del PD. «Siamo molto al di là della polemica politica, il governo ed il partito di maggioranza hanno deciso di trascinare il paese in una fase di barbarie politica».
«Nelle istituzioni e nella maggioranza – fa notare il costituzionalista Stefano Ceccanti, senatore democratico - qualcuno dovrebbe porsi il problema delle esternazioni di un capogruppo, il senatore Gasparri, che esce dai confini dello scontro politico per giungere sul terreno inaccettabile degli insulti personali gratuiti al deputato Veltroni, con un lessico estraneo ad una cultura politica liberaldemocratica, evidentemente non ancora ben assorbita».
Poi rimette la discussione sui binari giusti: «Il punto fondamentale è la indubbia violazione di una convenzione costituzionale stabilita da anni sul fatto che il presidente debba essere espressione dei gruppi parlamentari che non hanno dato la fiducia al Governo. L'idea che sia sufficiente alla maggioranza scegliere lei un parlamentare della maggioranza per rispettare tale convenzione non sta né in cielo né in terra. Non ci può essere nessuna resa ai fatti compiuti. Anzi, finché perdura la grave rottura di quella convenzione, che è uno dei pochi e insufficienti elementi sin qui riconosciuti di uno statuto dell'opposizione, è inevitabile che vi siano reazioni proporzionate in Parlamento su tutti i possibili livelli di cooperazione istituzionale», sottolinea Ceccanti.

E intervistato da Repubblica, il vicesegretario del PD, Dario Franceschini, ammonisce il premier: «Pensa di essere onnipotente e ha imboccato una strada che lo porterà a sbattere contro un muro. Se poi un capogruppo della maggioranza, Gasparri, insulta e offende il capo dell´opposizione...».

Ma.Lau.