2 maggio 2024
Aggiornato 08:30
Sui tagli alla cooperazione allo sviluppo, Amagliani scrive al Presidente del Consiglio

«Caro Berlusconi, così non va. Se passa la finanziaria, Italia all’ultimo posto negli aiuti»

L’assessore stigmatizza le riduzioni che non giovano alla credibilità del Paese, proprio alla vigilia della Presidenza del G8. Centrare gli obiettivi costerebbe come mezza tazzina di caffé al giorno

«Tagli drastici i»; «non credibilità a livello internazionale»; «ultimo posto in Europa». Sono le definizioni usate dall’assessore regionale alla cooperazione allo sviluppo, Marco Amagliani in una lettera inviata oggi al Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, per denunciare la forte riduzione dei fondi per la cooperazione allo sviluppo contenuta nella Legge Finanziaria, appena presentata in Parlamento.

Nella lettera, indirizzata anche al Ministro degli Affari Esteri, Franco Frattini e al Ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, Amagliani si dice sconcertato dei tagli già confermati ad agosto di 170 milioni all’anno, dal 2009, per le iniziative del Ministero degli Affari Esteri, arrivando ad una riduzione complessiva 400 milioni, se fosse approvata la prossima Finanziaria.

« Questi numeri – afferma Amagliani – farebbero collocare l’Italia all’ultimo posto in Europa per quanto riguarda i contributi ai paesi più poveri del mondo, contraddicendo quanto più volte sostenuto dallo stesso Governo. Non gioverebbe certo alla credibilità dell’Italia, proprio alla vigilia della presidenza del G8, visto che altri paesi dell’Unione Europea come Spagna, Germania e Francia, seppur afflitti dalla crisi finanziaria, hanno deciso di rispettare gli impegni internazionali.»
La disapprovazione dell’assessore si fonda sul fatto che la legge Finanziaria porterà dei «tagli drastici» alle risorse destinabili allo sviluppo, riducendo il contributo attuale di almeno la metà.
«Mentre – prosegue l’assessore – per centrare gli obiettivi concordati e mantenere le promesse ( lo 0,51% del PIL in Aiuto Pubblico allo sviluppo entro il 2010, puntando ad arrivare fino allo 0,7% nel 2015) costerebbe come mezza tazzina di caffè al giorno.»
Amagliani ha quindi concluso che «a questo punto l’Italia non può aspirare a competere con i grandi paesi membri del G8 se non si dimostra coerente con gli impegni assunti, considerato che i fondi per la cooperazione italiani portano un contributo fondamentale sia alla nostra politica estera, che allo sviluppo globale.»