Pd ad Alfano: «Abbia il coraggio di confrontarsi con opposizione e operatori»
Così la capogruppo del Pd nella commissione giustizia della Camera, Donatella Ferranti, commenta l'annuncio del Ministro della Giustizia di presentare una delega per la semplificazione dei riti civili
«Auspichiamo che dalle parole si possa finalmente passare ai fatti. E per questo chiediamo al ministro Alfano, che sinora ha rifuggito ogni contraddittorio con le opposizioni, di avere il coraggio di confrontarsi nelle opportune sedi parlamentari su un serio progetto di riforma della giustizia civile». Così la capogruppo del Pd nella commissione giustizia della Camera, Donatella Ferranti, commenta l'annuncio del Ministro della Giustizia di presentare una delega per la semplificazione dei riti civili.
«I principi riformatori contenuti nella delega - prosegue - dovranno essere chiari e condivisi in parlamento non solo tra maggioranza e opposizione ma anche con le categorie interessate dall'avvocatura, alla magistratura, agli esperti del diritto e della procedura civile di cui si dovrà prevedere una serie di audizioni. Inoltre, chiediamo che la delega contenga una sorta di 'parere rafforzato' delle competenti commissioni affinchè il parlamento sia messo nelle condizioni di esprimersi anche sui decreti attuativi della riforma. Vogliamo così scongiurare che il governo e la maggioranza proseguano nell'azione sinora intrapresa che si caratterizza per la forzatura del dibattito parlamentare, l'adozione di misure emergenziali e settoriali lontane dagli interessi dei cittadini comuni».
«Per noi - sottolinea Ferranti - i processi devono essere giusti, rapidi, semplici ed efficienti. Per questo chiediamo al ministro di uscire da subito dalla stagione degli slogan e pretendere dal ministero dell'economia l'attuazione, già nel corso della discussione della legge finanziaria, dell'impegno preso dal governo con il parlamento circa la necessità di incrementare ad almeno il 40% la quota delle somme del «fondo giustizia» da utilizzare per sostenere le spese del sistema giudiziario italiano e contribuire all'efficienza e all'accelerazione dei tempi dei processi.
Questo sì - conclude - che sarebbe un primo intervento concreto per rendere effettivi i diritti dei cittadini».
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