8 maggio 2024
Aggiornato 21:30
Istituzioni

Vito: «Parlamento centrale ma necessari tempi certi per varo leggi»

Lo ha detto il ministro per i Rapporti con il Parlamento Elio Vito, nel suo intervento al seminario sulle «Funzioni parlamentari non legislative e forma di governo» nella Sala della Lupa di Montecitorio

«Nessuno vuole buttare via la centralità del Parlamento, si tratta solo di far sì che essa sia esercitata non in termini di contrattazione assembleare come in passato ma in termini di pronuncia sui diversi provvedimenti» fra i quali quelli del governo «al quale va riconosciuto un ruolo guida nella realizzazione del programma elettorale votato dagli elettori». Lo ha detto il ministro per i Rapporti con il Parlamento Elio Vito, nel suo intervento al seminario sulle «Funzioni parlamentari non legislative e forma di governo» nella Sala della Lupa di Montecitorio.

Vito ha ribadito l'importanza per l'esecutivo di «aver tempi certi per l'approvazione dei provvedimenti considerati prioritari«e per questo sollecita una riforma dei regolamenti parlamentari.

Venendo alla questione della decretazione d'urgenza, il ministro ha sottolineato che essa in gran parte deriva proprio dalla mancanza per l'esecutivo di certezza di approvazione dei propri provvedimenti, tenuto conto che «tempi certi non vuol dire necessariamente tempi brevi».

Quanto al ricorso alla fiducia, «se avessi tempi certi sui decreti, si potrebbe immaginare un'intesa per cui in cambio di tempi certi per la pronuncia non si pone la fiducia». Fiducia che «è una riduzione delle prerogative parlamentari» ha riconosciuto Vito, ma a cui «nella scorsa legislatura il governo fece ricorso per salvaguardare la compattezza della maggioranza». «Oggi noi cerchiamo di ridurre al minimo i danni» adottando le modifiche introdotte nelle commissioni.

Il ministro ha sottolineato come tuttavia nell'uso del decreto non ci sia alcuno scandalo. «Qual è lo scandalo dei dl? È di esclusiva iniziativa governativa e questo credo che oggi non sia più uno scandalo. Forse fanno scandalo due caratteristiche dei Dl: quella dell'immediata entrata in vigore e dei tempi certi di conversione entro 60 giorni». E qui ha proposto: «Rinuncerei volentieri alla immediata entrata in vigore pur di avere garantita la approvazione in tempi certi che non riducono la centralità del Parlamento ma la esaltano perché affermano la sua volontà sulle proposte governative. Quindi discutiamo se è ancora attuale la norma dell'immediata entrata in vigore dei decreti».

Inoltre «i dl vanno a scapito della attività legislativa ordinaria del governo. L'emanazione di tanti dl riduce l'attività ordinaria legislativa ed è un danno sia per il governo che per il Parlamento. Un dl infatti non potrà mai contenere quelle riforme organiche che servono al P aese». «Il paradosso alla Camera è che proprio sui dl non vi e' la possibilità di applicare il contingentamento dei tempi. Mettendo la fiducia i tempi di discussione e voto si allungano perché al voto di fiducia si aggiunge un'ampia discussione sugli ordini del giorno».

Vito ha invitato a riformare i regolamenti in modo da «offrire al governo tempi certi sui suoi ddl prioritari, come proposto dalla Bicamerale D'Alema».