Bertolini: «A Cesena azioni fotocopia di musulmani che occuppano strade e piazze»
«Sono azioni fotocopia da parte di gruppi di musulmani che improvvisano manifestazioni, occupando strade e piazze, per vedere soddisfatte le loro richieste che in molti casi riguardano la costruzione o la realizzazione di una moschea all’interno di edifici già esistenti, acquistati con denaro sonante proveniente da chissà dove. Si tratta di forme inaccettabili di ricatto che accadono sempre più spesso in Italia e in particolare in Emilia-Romagna, dove, a fronte di un numero assolutamente eccedente di sale di preghiera e moschee rispetto al numero di fedeli che le frequentano, c’e’ un’incessante richiesta di nuovi centri culturali islamici con annessa moschea».
Lo ha affermato Isabella Bertolini componente del direttivo del PDL alla Camera.
«A Cesena , in questi giorni, dopo che l’amministrazione comunale di sinistra e’ stata costretta a negare la trasformazione di un capannone in moschea perché non conforme al Prg, sono state inscenate due manifestazioni pubbliche, non autorizzate, con gruppi di musulmani che hanno occupato prima una strada e, successivamente, per la fine del ramadan, la piazza davanti al municipio. Il messaggio lanciato e’ chiaro: ’o ci date la moschea o continueremo nelle azioni di forza, costringendovi a sottomettervi ai vostri diktat’. È evidente che chi guida queste manifestazioni-fotocopia conosce benissimo il permissivismo e la cautela con cui le istituzioni locali maneggiano tutto ciò che riguarda la comunità islamica.
E sa altrettanto bene che, in un modo o nell’altro, otterrà di mettere in piedi una moschea, con ogni probabilità gestita, come la stragrande maggioranza in Italia, da associazioni integraliste che predicano l’isolazionismo delle comunità islamiche contro l’integrazione ed il disprezzo, se non l’odio, contro l’Occidente, fino a sfociare nel terrorismo vero e proprio. Per questo chiederemo che sia predisposta una moratoria di almeno due anni nella concessione di permessi per l’insediamento di nuove moschee in Italia e che, nel frattempo, venga stesa una mappa aggiornata delle sale di preghiera, delle moschee e dei centri culturali islamici già esistenti in Italia. Ma vogliamo anche conoscere, nel caso di Cesena, per quali ragioni siano potute avvenire manifestazioni non autorizzate e per quali motivi non venga fatta chiarezza su tutti i risvolti della vicenda moschea, compresa la natura dell’associazione che ne ha fatto richiesta».