27 agosto 2025
Aggiornato 21:30
La firma stamani nella sede della Regione Toscana di via Cavour

Partecipazione, anche Bagno a Ripoli aderisce all’intesa

Fragai: «Legge sempre più operativa». Bartolini: «Metodo di lavoro per governare meglio»

La prima firma era stata del comune di Livorno, a giugno. Poi era stata la volta di Fabbriche di Valico in provincia di Lucca, di Abbadia San Salvatore in provincia di Siena, di Cinigiano e Follonica a Grosseto, di Arezzo e della Comunità montana del Casentino. Stamani si è aggiunta anche la firma del comune di Bagno a Ripoli (Fi).

«La legge sulla partecipazione diventa ogni giorno sempre più condivisa ed operativa» commenta l'assessore alle riforme istituzionali Agostino Fragai, 'padre' della legge, la prima del genere in Italia, scritta insieme a tanti altri toscani ed approvata dal Consiglio regionale alla fine dello scorso anno. Una legge per aiutare i cittadini a partecipare alle decisioni prese dalle istituzioni, con associazioni e Comuni che in questi mesi già hanno chiesto di aprire processi partecipativi ed un'autorità indipendente, a far da garante, nominata dal Consiglio regionale appena qualche settimana fa.

«E' una legge che guarda alle esperienze anglosassoni e al dibattito pubblico francese, ma anche molto toscana – commenta l'assessore – E assieme alla legge abbiamo predisposto un protocollo d'intesa, inviato a tutti gli enti locali toscani. L'adesione è volontaria, ma aiuterà l'applicazione delle nuove norme». Lo stesso protocollo firmato appunto stamani dal sindaco di Bagno a Ripoli, Luciano Bartolini.

«Per noi è una firma importante», commenta il primo cittadino. «Abbiamo contribuito alla stesura e all'approvazione della legge, portando la nostra esperienza pilota sul piano strutturale – aggiunge – e nelle prossime settimane apriremo una nuova stagione partecipativa legata sempre al piano strutturale. Per noi la partecipazione non è un obbligo burocratico, non mina l'efficienza. È un metodo di lavoro che ci serve per meglio governare. Il che non significa che, di fronte ad un'assemblea, noi dobbiamo automaticamente applicare ciò che viene indicato in quella sede. Ma l'organo istituzionale, dopo un processo partecipativo serio, può sicuramente decidere meglio».