26 aprile 2024
Aggiornato 05:30

A Ravenna è stata presentata la Raccolta Provinciale degli Usi

Dalla compravendita di prodotti alle mediazioni immobiliari, dal settore del credito a quello marittimo

E’ stata presentata ieri pomeriggio alla Sala Cavalcoli della Camera di Commercio la nuova Raccolta provinciale degli usi. L’incontro - al quale hanno partecipato anche Ugo Ruffolo, ordinario di Diritto civile all’Università di Bologna, e Roberto Ridolfi, presidente dell’Ordine degli avvocati di Ravenna – è stato coordinato da Maria Cristina Venturelli, vice segretario generale dell’ente camerale e ha permesso di fare il punto su una materia molto importante e ben lontana dall’essere un semplice retaggio giuridico del passato.

Infatti, a tutt’oggi, anche in provincia questo complesso di consuetudini interviene in molteplici campi: dalla compravendita di prodotti alle mediazioni immobiliari, dal settore del credito a quello marittimo, in quest’ultimo ambito con una particolare «incisività».
La revisione operata dalla commissione camerale presieduta da Angelino Tarroni (la precedente risaliva al ’95) ha introdotto alcune novità. «Riguardano - ha spiegato il presidente della Camera di Commercio Gianfranco Bessi - anche gli usi marittimi, settore primario dell’economia di questa provincia. A questo proposito è stato inserito un nuovo articolo in cui si afferma che il raccomandatario corrisponde, all’associazione di categoria a cui appartiene, i contributi suppletivi per l’approdo della nave previsti dalla tabella dell’associazione e depositata presso la Camera di Commercio. Il mandante poi rimborsa al raccomandatario questi diritti». Un’altra novità riguarda l’adeguamento della percentuale minima per i mediatori immobiliari che passa al 2 per cento. E’ stato poi approfondito il tema dello «scambio di manodopera» fra coltivatori diretti e imprenditori agricoli, mentre il dott. Tarroni ha illustrato nel dettaglio le varie fasi della revisione, che ha richiesto ben 14 incontri della Commissione. «La maggior parte degli usi della raccolta del ’95» ha comunque precisato il presidente della Commissione « è stata confermata».

Nel suo intervento, Roberto Ridolfi si è soffermato sul settore della navigazione: qui, ha spiegato, le consuetudini assumono un ulteriore valore, dato che in alcuni casi hanno addirittura prevalenza sulle norme di legge. E per quanto riguarda lo scalo di Ravenna, proprio una consuetudine del ’51 stabiliva che per «porto» si intendesse solo la darsena di città. Nel ’65 la nozione si estese a tutto il canale.
Tra le regole eliminate dalla nuova Raccolta, c’è il tasso di «controstallia», che prevedeva 200 lire per tonnellata di portata utile della nave. Non è più pubblicata la tabella dei «cali» delle merci che facevano riferimento a modalità di trasporto anacronistiche. Ora eventuali cali riscontrati allo sbarco vengono valutati caso per caso.
Rimangono nella Raccolta, più in generale, anche prescrizioni che affondano le radici nella storia: curiosa la cosiddetta vendita «a piacimento»: se un bovino è stato contrattato con la formula «a piacimento», il compratore può restituirlo entro otto giorni dall’acquisto con la formula «non mi piace».
Come ha ricordato Gianfranco Bessi, «gli usi rappresentano un naturale punto di incontro e di mediazione tra le diverse esigenze degli operatori economici e possono contribuire, insieme agli strumenti di giustizia alternativa come la conciliazione e l’arbitrato, a dirimere in tempi veloci contrasti o disaccordi, con bassi costi e soddisfazione reciproca tra le parti».

Nel suo intervento, il professor Ugo Ruffolo ha sottolineato l’importante lavoro della commissione camerale: le raccolte rappresentano la «prova» della sussistenza degli usi, «unica fonte del diritto non delegata allo Stato che promana dalla collettività». Anche Ruffolo ha ribadito la loro modernità: regolano infatti il commercio internazionale, la Borsa e l’anatocismo bancario, dal ’99 non più vigente.
Il docente ha poi messo in luce il ruolo delle Camere di Commercio: «In un unico ente si sommano molteplici funzioni di tale rilevanza da collocarlo al centro delle più vitali dinamiche, non solo economiche ma altresì giuridiche, dell’attuale contesto sociale». Viste queste peculiarità, le Camere potrebbero predisporre veri e propri contratti-tipo, verificare le c.d. Clausole vessatorie o promuovere la contrattazione collettiva diretta tra produttori, distributori e consumatori.