In arrivo 500 militari nel casertano contro la camorra
PD: «Giusto, ma non basta»
Il governo è pronto a inviare 500 militari nelle zone di emergenza della criminalità organizzata per «assicurare il controllo del territorio». L’annuncio è stato dato direttamente dal ministro dell'Interno Roberto Maroni alla fine del Consiglio dei ministri. Una decisione maturata all’indomani della strage di Castel Volurtno dove il clan dei Casalesi ha operato una vera e propria mattanza uccidendo ben sette persone, un italiano e sei immigrati africani.. I 500 militari, dopo l’impiego di 400 tra carabinieri e finanzieri, presidieranno tutto il casertano per circa tre mesi, e non è escluso, come ha aggiunto il ministro della Difesa Ignazio La Russa, che alla scadenza il provvedimento potrà essere prorogato.
Una decisione accolta favorevolmente dal PD, che trova «giusto e utile» l’impiego dell’esercito proprio in queste zone, dove «l'emergenza è drammatica», come ribadiscono Marco Minniti e Roberta Pinotti, rispettivamente il ministro degli Interni e della Difesa del Governo Ombra del PD. E aggiungono che «questa posizione si muove nel solco di decisioni del passato che hanno già visto impegnati i militari, come è avvenuto con l'operazione Vespri Siciliani per riaffermare il controllo dello stato di fronti a drammatiche e aperte sfide della criminalità organizzata». Ma osservano i due ministri ombra che da solo l’uso dell’esericto non basta perché c’è «bisogno di un piano organico di interventi non emergenziale che si sviluppi lungo tre grandi direttrici: controllo del territorio, investigazione e intelligence, e il grande tema della integrazione sociale», anche perché «quanto è avvenuto a Caserta evoca il rischio di una drammatica miscela esplosiva tra l'ansia di potere di gruppi sanguinari della camorra e una situazione sociale e civile difficilissima».
Nei provvedimenti varati nel Cdm anche quella di intervenire per «evitare che qualcuno conceda gli arresti domiciliari a chi è accusato di associazione mafiosa». Il ministro Maroni ha precisato che è necessario «ridurre, da parte del giudice, il margine per poter concedere questo beneficio». Anche questa decisione è stata maturata in seguito alla notizia che il presunto killer della strage di Castel Volturno, arrestato dalle forze dell’Ordine, si trovasse proprio agli arresti domiciliari. Una notizia che aveva suscitato diverse polemiche e lo stesso PD aveva chiesto al governo un intervento. Anzi il segretario del PD Walter Veltroni aveva domandato a Maroni come «possa essere accaduto che l'indagato fermato per la strage godesse di un regime di detenzione così lieve». Una richiesta di spiegazioni particolarmente motivata, come fa notare al ministro Maroni, risentitosi della richiesta, ancora Minniti, proprio «perché episodi sconcertanti come quello di Castelvolturno non avessero più a ripetersi» e soprattutto perché «un detenuto agli arresti domiciliari, soprattutto in una realtà così difficile ed esposta come Castelvolturno, deve essere sottoposto a controlli e misure di sicurezza».
AdO