19 aprile 2024
Aggiornato 17:30

La magistratura veneta chiede in prestito personale ai Comuni

Il PD: «Effetto drammatico dei tagli del Governo»

La Magistratura veneta chiede soccorso agli enti locali, pena il blocco dell’attività giudiziaria nella nostra regione: oltre 50 unità di personale in prestito dai Comuni agli uffici giudiziari! La richiesta è stata espressa ieri in una riunione a porte chiuse tra i vertici della Magistratura veneta e gli amministratori locali.

«È il frutto della politica di tagli dissennati del governo nei confronti del sistema giudiziario: lo «affama» per impedirgli di lavorare – afferma Paolo Giaretta, segretario regionale del PD veneto – E la Magistratura è costretta a chiedere aiuto ai Comuni e alle Province, che sono già alla «canna del gas» a causa della finanziaria di Tremonti, con 3 milioni di euro in meno e il blocco delle assunzioni del personale.»

L’impressione – secondo il PD veneto – è che ci sia un disegno preordinato, da parte del governo, per dare il colpo mortale al sistema giudiziario nel nostro Paese.

«Con una mano questa maggioranza progetta riforme regressive della giustizia, che tolgono efficacia all’azione degli inquirenti a contrasto del crimine organizzato e imbavagliano la stampa – continua Giaretta – E con l’altra toglie risorse agli enti locali, che ormai devono supplire, in assenza di risorse adeguate, al disimpegno dello Stato nella Scuola, nella Sanità e ora anche nella Giustizia. È l’ennesimo esempio che questo governo predica federalismo e pratica centralismo.»

«È infatti paradossale che i Comuni debbano farsi carico anche dei problemi di personale del sistema giudiziario, mentre lo Stato sta a guardare» conclude il leader del PD veneto.

Un dato, sopra tutti, fa emergere la drammaticità della situazione in cui versano le procure in Veneto: a Venezia mancano 13 verbalizzatori, senza i quali non si possono celebrare i processi.