29 marzo 2024
Aggiornato 16:00
Intervista di Roberto Zuccolini - Il Corriere della Sera

Giuseppe Fioroni: Quel testo non va bene, Bruxelles non può negarlo

«Ciò che è passato all'esame di Bruxelles è stato un pacchetto di provvedimenti ben diverso da quello che il governo aveva presentato all'inizio»

Giuseppe Fioroni, dica la verità. Era convinto, insieme a tanti altri esponenti del Partito Democratico, in prima fila i cattolici come lei, che l'Europa avrebbe dato torto al governo. Avete puntato su Bruxelles e avete perso.
«Occorre fare chiarezza dicendo come stanno davvero le cose. Ciò che è passato all'esame di Bruxelles è stato un pacchetto di provvedimenti ben diverso da quello che il governo aveva presentato all'inizio. La verità è che la maggioranza è stata costretta a fare tanti passi indietro sull'argomento, a partire dalle impronte ai minori. Perché altrimenti quelle misure non sarebbero passate mai. Ed è frutto delle nostre battaglie, fatte dentro e fuori del Parlamento».

Non dirà, a questo punto, che il centrodestra deve ringraziarvi.
«Dico solo che le nostre critiche sono state utili. E che tra quello che la Lega ha raccontato in giro per il Paese e quello che l'Unione europea ha approvato c'è una differenza sostanziale e abissale».

La maggioranza però canta vittoria e sostiene che avete fatto una campagna totalmente sbagliata.
«Resta il fatto che in una normativa che tocca i diritti dell'uomo ciò che conta non è solo il testo in senso stretto, ma lo spirito che lo anima. E quello purtroppo non siamo riusciti a cambiarlo. Resta profondamente negativo».

C'è chi dice che occorre cambiare il modo di fare opposizione. Che cosa suggerisce al centrosinistra?
«Si può fare autocritica su molte interventi e prese di posizione. Ma su certi temi, quelli che riguardano i diritti umani, non si può fare marcia indietro: continueremo a dare battaglia nel Paese perché valori come solidarietà, uguaglianza e antirazzismo siano perfettamente compatibili con una politica che realizzi sicurezza certa e accoglienza sicura a tutti i cittadini, italiani e stranieri».

Proprio per questi valori in cui crede, il verdetto dell'Europa non rappresenta una sconfitta?
«Per noi certe cose non si cancellano. Resta il fatto che siamo davanti ad un governo che ha avuto la sfrontatezza di proporre un provvedimento come le impronte digitali per i bambini rom. Un governo che è passato alla storia per l'indice macchiato d'inchiostro di un bambino di tre anni. Questo, lo dico con amarezza, non lo cancella nessuna parola e nessun pronunciamento. Neanche quello di Bruxelles».